I gioielli di Giuggiù. Quando la resina diventa opera d'arte

Colloquio con Angela Caputi, stilista-imprenditrice leader del bijoux ad altissimo tasso di creatività

La stilista-imprenditrice Angela Caputi

La stilista-imprenditrice Angela Caputi

Roma, 8 ottobre 2019 - Le fiere di New York, Londra e Parigi sono andate bene. E Angela Caputi è contenta. "Non c’è alternativa alle fiere – spiega la stilista-imprenditrice leader del bijoux ad altissimo tasso di creatività che ha fatto del suo lavoro l’impegno e la passione di tutta la vita – sono l’unica realtà vera per presentare le collezioni. Oggi c’è la mania degli showroom, ma lì non c’è ricambio. In fiera invece si trova un po’ di tutto, se sono solo appuntamenti di settore ci si trova in una specie di ghetto. Invece nelle fiere i buyers possono decidere gli acquisti tra tante proposte".

Angela Caputi poi ricorda come sia contraria alla vendita on line dei suoi gioielli. "C’è poi l’altra mania di adeguarsi alle app – continua la stilista che per prima tanti anni fa ha usato la resina per le sue collane e i suoi bracciali – ma la moda è arte, non è commercio sfrenato come per le multinazionali del lusso". Dal suo atelier in via Santo Spirito a Firenze, dove i suoi 15 dipendenti lavorano ogni oggetto in modo unico ed esclusivo usando solo le mani e l’esperienza, sempre sotto il suo occhio vigile e attento alla creatività, e dove conserva un archivio strepitoso che è uno spaccato della società dagli anni Settanta ad oggi, Angela Caputi continua la tradizione del grande artigianato d’arte fiorentino, con convinzione e fierezza.    "Manca ancora un discorso serio tra le istituzioni e le piccole e medie aziende – spiega la stilista che sfoggia gli orecchini Capitello, grandi classici rivisitati dal suo intuito creativo – e così le grandi aziende hanno ammazzato i piccoli produttori e i laboratori specializzati". Una denuncia forte e anche un appello, rivolto soprattutto ai giovani che sempre di più accoglie nell’atelier-laboratorio quando hanno voglia davvero di capire dove e come nasce la moda. Ora l’ultima nata dalla fantasia e dall’ingegno di Angela Caputi Giuggiù è la collezione di bijoux in resina battezzata 'Alabastro' già in vendita nel mondo che è nata dall’ispirazione per il lavoro artistico di Natalia Goncharova la pittrice (e non solo, fu anche costumista), straordinaria protagonista dell’arte del Novecento, prima donna in Russia ad esporre nudi femminili, eroina dell’Avanguardia russa che ha vissuto prima a Mosca e poi a Parigi, originale, innovativa, sempre controcorrente.

A lei Palazzo Strozzi a Firenze dedica una importante mostra con 130 opere provenienti da collezioni internazionali come la Tate Gallery di Londra e il Museo Statale Russo di San Pietroburgo dal titolo Natalia Goncharova. Una donna e le avanguardie tra Gauguin, Matisse e Picasso, fino al 12 gennaio 2020. "Mi sono ispirata alla forza espressiva di Natalia Goncharova e ho pensato di dedicare a lei la collezione Alabastro che ho realizzato in paste diverse nelle tonalità del viola, del verde, del rosso sanguigno, del grigio con punte di oro, con alcune trasparenze e l’ispirazione anni Trenta, conservando le venature della pietra", dice Angela Caputi che continua ad essere attenta ai prezzi per riuscire a regalare sempre più sogni alle proprie clienti. "La nostra produzione è fatta tutta all’interno dell’atelier fiorentino – spiega – e dunque è tutta italiana e ogni collana, spilla, bracciale è realizzata a mano con solo filo di cotone. Da noi non c’è niente di seriale".    Da questa unicità e da questa creatività veramente Made in Italy e tutta Made in Florence nasce l’amore di tante clienti nel mondo, perché le collezioni Giuggiù sono un tributo prima di tutto alle donne. "La stilista – sottolinea – deve essere un’artista, se non si torna a un discorso culturale nella moda saranno guai. Io metto sempre la cultura al primo posto nel mio lavoro". Da qui un successo costante e pieno di affetto e ammirazione con clienti fedelissime come tante signore americane che dicono ad Angela Caputi di "stare bene" quando indossano una sua collana. "Ci sono ormai tante collezioniste dei miei lavori – dice Angela Caputi – e tra loro ci sono anche delle regine, ma per me le donne sono tutte uguali. I mariti delle clienti spesso scherzano divertiti quando mi raccontano che le mogli prima vengono a trovarmi in via Santo Spirito e poi guardano Firenze". Impegnata come sempre anche nel cinema adesso Angela sta lavorando al prossimo film di Antonio Albanese, Cetto c’è, senzadubbiamente, in uscita a metà novembre, ed è molto soddisfatta per come sta andando la boutique aperta nel luglio scorso a Roma, in via delle Carrozze.