Coronavirus, il 2 aprile si decide per Pitti uomo

Una nota di Pitti Immagine rimanda ogni decisione sulla prossima edizione di Pitti Uomo alla data del prossimo consiglio di amministrazione del 2 aprile.

Raffaello Napoleone  (Imagoeconomica)

Raffaello Napoleone (Imagoeconomica)

Firenze, 28 marzo 2020 - Il Coronavirus mette a dura prova anche il mondo della moda, che poi rappresenta la seconda voce della bilancia dei pagamenti, con un export che tutto il mondo ci invidia e una filiera manufatturiera di tradizione ed eccellenza. Fabbriche chiuse, operai a casa decreto dopo decreto, ordini saltati, collezioni perse, showroom deserti, boutique blindate, creatività allo zenit ma in cerca di collocazione. Tra le preoccupazioni anche quelle delle fiere di settore e delle manifestazioni come le sfilate di Milano o come la sorte che toccherà al Pitti Uomo di giugno prossimo. Dopo le news di ieri arrivate dalla Camera Nazionale della Moda Italiana che ha annunciato che i fashion show di Milano Moda Uomo previsti per il 19/23 giugno slitteranno a settembre durante le manifestazioni per le sfilate al femminile, e dopo l'annullamento dei defilè maschili di Parigi che sempre a giugno prossimo dovevano tenersi da parte della Federation francese, ecco che oggi è arrivata una nota di Pitti Immagine a firma del suo amministratore delegato Raffaello Napoleone che rimanda ogni decisione sulla prossima edizione di Pitti Uomo che è in calendario dal 16 al 19 giugno, alla data del prossimo consiglio di amministrazione del 2 aprile. 

"Nelle ultime settimane – dice Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – siamo rimasti fermi sulla nostra decisione di confermare le date originarie dei saloni di moda Pitti a giugno, come segno di determinazione e volontà di mantenere punti di riferimento sicuri per il mercato. Al tempo stesso siamo rimasti in costante contatto con i nostri espositori per assicurare loro che Pitti Immagine avrebbe seguito giorno per giorno l’evolversi dell’emergenza sanitaria, con i relativi provvedimenti di restrizione degli spostamenti e delle attività produttive e commerciali disposti dal Governo italiano e, via via, anche da molti altri paesi nel mondo. Adesso a questi elementi si sono aggiunti gli annunci provenienti dalle principali fashion week internazionali di moda maschile che di fatto cancellano le sfilate di giugno e prefigurano soluzioni alternative in termini di modalità e tempi, con l'indicazione più esplicita di settembre da parte della Camera Nazionale della Moda Italiana: al di là delle specificità dei saloni fieristici rispetto alle fashion week, è un elemento di indubbia rilevanza _ continua Napoleone _. D’accordo con il presidente di Pitti Immagine Claudio Marenzi e con la presidenza del Centro di Firenze per la Moda Italiana, ci siamo dati tempi molto brevi per riflettere sulla nuova situazione, raccogliere tutte le informazioni necessarie e prendere le opportune decisioni. Alla fine della prossima settimana è in programma il CdA di Pitti Immagine, e lì porteremo l'insieme delle nostre valutazioni."  Insomma al 2 aprile l'ardua sentenza se ci sarà o no Pitti Uomo, se si svolgerà in forma ridotta per la contingenza dell'epidemia mondiale, fiera che richiama ogni volta piu di 1200 marchi, o se diventerà un'altra cosa, magari un piattaforma on line allargata e propositiva. Certo le decisioni di Milano con lo slittamento a settembre hanno il loro peso, e poi c'è anche la sospensione di altri due appuntamenti galattici come il Cosmoprof e il Salone del Mobile. Da Parigi poi oltre allo stop delle sfilate maschili arriva anche il blocco dell'haute couture dal 5 al 9 luglio.