Come rammendare i vestiti: la guida per principianti

Riparare gli abiti anziché sostituirli è un primo passo verso la sostenibilità

Kit da cucito
Kit da cucito

Nell'era della tanto criticata quanto supportata fast fashion, si fa un gran parlare di upcycling e recycling. Trasformare gli abiti e dare una nuova vita ai tessuti è un'ottima idea, ma quanti sono effettivamente in grado di rammendare i propri vestiti o di attaccare un semplice bottone caduto? Un tempo nozione di base, l'arte del rammendare è diventata un'abilità perduta, tanto che sempre più spesso i capi usurati e strappati, ma ancora salvabili, vengono gettati in favore di nuovi indumenti a basso costo. Grazie alla nuova consapevolezza dell'importanza della sostenibilità anche nel campo della moda, tuttavia, c'è nuova speranza anche per ago e filo. Saper rammendare i vestiti, anche solamente essere in grado di infilare qualche punto base, porta con sé numerosi vantaggi.

Il kit da cucito

Prima di tutto occorrono gli strumenti basilari ma indispensabili per iniziare. In commercio ci sono vari kit già assemblati che hanno tutto ciò che serve, sia in formato scorta che in una comoda dimensione da viaggio. In primis servono gli aghi per cucire a mano e ne servono di diverso tipo e dimensioni, da quelli appuntiti adatti per la maggior parte dei tessuti a quelli arrotondati per affrontare la lana. Le dimensioni solitamente vanno dall'uno al dodici e la scelta si compie in base alla pesantezza del tessuto. Filo, non ne basta uno. Per garantire un rammendo perfetto, il filo deve essere intonato non solo al tessuto ma anche alle cuciture già presenti. Al contrario, per un punto vivace e visibile potrebbe essere necessario utilizzare un filo colorato. É bene dunque avere una varietà di fili. Le forbici, sia piccole che grandi. Devono essere affilate per poter tagliare con precisione cuciture e tessuti, dunque è bene averne un paio esclusivamente dedicate al cucito. Gli spilli, aiutano a tenere uniti i pezzi quando si cuce, mentre il puntaspilli fa in modo che i primi non vadano persi, evitando fastidiosi incidenti. Per proteggere le dita, invece, è bene utilizzare un ditale, soprattutto quando si opera su tessuti spessi o strati sovrapposti. Per sostituire una cucitura danneggiata, sarà necessario rimuovere il filo rotto con uno stitch ripper, meglio noto come scarificatore di cuciture. Niente righelli e flessometri, meglio avere a portata di mano un metro a nastro che meglio si adatta al tessuto. Pennarelli e gessetti specifici aiutano a segnare l'area da riparare senza lasciare traccia una volta lavati i capi, mentre il famoso ovetto di legno, spesso avvistato nei cesti da cucito delle nonne insieme ad un altro oggetto simile a un fungo, serve a mantenere la forma degli indumenti arrotondati durante il rammendo, come ad esempio i calzini. Per un kit completo, è utile poi avere a portata di mando degli scampoli di tessuto, ideali per toppe e rammendi sia visibili che invisibili.

I punti

Cucire è un arte, ma qualche punto base è presto imparato. La prima distinzione fondamentale è tra rammendo visibile e invisibile, a seconda che si scelga l'uno o l'altro si utilizzeranno tecniche diverse. I punti a disposizione sono molti, ma per qualche intervento d'emergenza basta conoscere le basi. Primo tra tutti il punto filza che si usa generalmente per imbastire, per decorare e arricciare, per creare la base per altri punti. Per realizzarlo basta infilare ago e filo nel tessuto a distanze omogenee creando una linea retta. Più resistente e dunque utilizzato per rammendare e riparare strappi è il punto indietro. Per eseguirlo basterà inserire l'ago e farlo uscire qualche millimetro più avanti per poi tornare a infilare l'ago nel punto iniziale. In questo modo i punti si sovrappongono sul rovescio ma risultano continui nella parte dritta. Più impegnativo è il punto mosca, che solitamente si utilizza per fissare gli orli, ma anche per unire due lembi di tessuto, dal momento che si tratta di un punto forte e resistente. Se anziché essere fissato l'orlo deve essere realizzato, sarà necessario il punto orlo che può essere verticale o nascosto, mentre per rifinire i margini, per esigenze estetiche o per evitare che il tessuto si arrotoli per esempio, si ricorre al punto festone. Infine, nel caso in cui si renda necessario rifinire un asola, c'è il punto occhiello creato realizzando un piccolo cappio e procedendo in maniera fitta.

I vantaggi

Come spesso si legge, l'industria della moda è tra i principali settori che contribuiscono all'inquinamento a livello globale. Rendere la moda più sostenibile significa inevitabilmente contribuire alla salvaguardia del pianeta e, anche in questo caso, ognuno può fare la propria parte, pur piccola che sia. Rammendare anziché buttare, significa prolungare la vita dei capi, il che equivale a creare meno rifiuti, nonché abbassare la domanda di nuovi abiti e, di conseguenza, la produzione e lo smaltimento. Si tratta dunque di un primo passo in favore del pianeta, ma non è da disdegnare neppure il lato economico. Pochi centesimi per ago e filo permettono infatti di risparmiare il prezzo di un nuovo acquisto. Altro vantaggio è la possibilità di creare abiti personalizzati. Un'idea che vale sia per i più esperti di taglio e cucito, sia per i principianti, basterà sostituire un bottone con uno diverso dagli altri o rammendare un buco con un punto particolare o un filo colorato per cambiare faccia agli abiti.