IL MONDO WP Lavori in Corso è un mondo di sicurezza, di prodotti originali e di qualità, con una storia vera alle spalle e un futuro ricco di ricerca e di idee. E quando parli con Cristina Calori, presidente
e amministratore delegato dell’azienda di famiglia con sede a Bologna tanto conosciuta quanto invidiata, capisci il perché del successo e della fiducia consolidata della clientela. Perchè questa donna serena e sempre sorridente nonostante l’acume e la tenacia, fondatrice col padre Giuseppe Calori nei primi anni Ottanta del gruppo più esperto di sviluppo del licensing e nella distribuzione di abbigliamento sportswear d’alta gamma, ha in mente ancora tante cose ma le affronta con ponderazione e necessaria prudenza.
Ed è con spirito di moderna imprenditorialità che oggi arriva a Pitti Immagine Bimbo per seguire la sfilata Woolrich Baby, dopo il tour de force dell’80° Pitti Immagine Uomo che ha riservato al mondo WP un grande spazio al Padiglione della Ghiaia per mostrare tutte le linee di prodotto, e poi la presentazione a Milano Moda Donna del marchio Avon Celli acquisito di recente e sinonimo di chic senza tempo.
Presidente Calori, come vanno le cose?
«Bene, molto bene. In questo periodo cogliamo grandi soddisfazioni dal nostro lavoro. Il fatturato dell’azienda WP nel 2010 è stato di 100 milioni di euro, e le previsioni del 2011 arrivano a 110 milioni di euro. Soprattutto Woolrich bambino è in aumento esponenziale. Penso perché la gente sa che è un prodotto serio e sicuro, e i clienti credono in noi perché a lungo andare la correttezza paga».
Presto festeggerete 30 anni?
«Sì, a gennaio 2012. Trent’anni di sfide e di lavoro, che io ho vissuto intensamente tutti. Che bei tempi!».
Ci racconti un po’ la sua azienda.
«Ci lavorano 140 persone, molte sono donne. Abbiamo sedici negozi di cui uno a Stoccolma, uno in una località che si chiama Sylt che è una specie di Capri in Germania. E l’anno prossimo apriremo a New York nel quartiere di Soho».
Lei è sempre presente ai saloni di Pitti?
«Sempre perché sono un palcoscenico insostituibile per l’Italia e l’estero. Pensi che il primo giorno di Pitti Uomo nel nostro spazio sono entrate 1.300 persone. Non c’è altra fiera di questa importanza, come pure per la moda baby. Insomma, non mi posso lamentare».
Parliamo del mondo WP. Come si distingue e come si dividono il mercato i marchi?
«Beh, Woolrich John Rich & Bros, nato in Usa nel 1830, coi suoi giacconi caldi e resistenti è diventato un fenomeno di costume grazie alle performance dell’Artic Parka che è copiatissimo tanto che il marchio è diventato sinonimo di parka. La licenza esclusiva che abbiamo nel mondo ci ha permesso di studiare nuove forme e tagli, specie per la donna e per accontentare il pubblico dei giovanissimi che ci premia collezione dopo collezione. Poi ci sono le camicie dei college americani B.D.Baggies che distribuiamo in Italia dal 1987 e dal 2009 abbiamo in licenza mondiale: danno un’idea di freschezza e pulizia, sono anche slim o nella vestibilità originale, vengono vendure nel sacchetto che poi si trasforma in portabiancheria. Pensiamo di aprire presto dei negozi dedicati, ma piano piano».
E poi c’è tutto il mondo Barbour…
«Sì, quello della collezione di punta Barbour by Steve McQueen che è più fashion con le giacche lavate e infiniti dettagli. La produzione è rigorosamente inglese, noi distribuiamo in Italia. Si è rotta la catena dello spalmato classico e del verde country a favore del blu e le nuove collezioni sono piaciute al mercato perché abbiamo avuto un +30% di vendite, specie tra i giovani e le donne. C’è anche il Barbour Beacon disegnato dal giapponese Takito ed è una capsule alta di gamma».
Altro fenomeno gli stivaletti australiani Blundstone dalle punte rinforzate e gli elastici in vari colori?
«Sono la passione dei motociclisti per la loro solidità e praticità. Chi li compra poi li ricompra. Ora va forte anche il modello baby. Il segreto del successo sta anche negli elastici colorati, verde salvia, giallo, rosso, arancione e blu».
Ancora una sfida ambiziosa con Avon Celli per la maglieria lussuosa?
«Nel segno della tradizione italiana e del made in Italy vero. Ho acquisito il marchio da poco, con la licenza mondiale, e l’ho appena presentato a Milano Moda Uomo. Spero di farlo tornare ai fasti lontani di quando ad indossare questa maglieria erano personaggi come Picasso, Gianni Agnelli e Audrey Hepburn».