Meteo, non piove: allarme acqua. Anbi: rischio razionamento nel Centro Italia

Cosa sta succedendo in Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia. L'associazione: serve una rete di piccoli e medi bacini di raccolta

Roma, 4 giugno 2022 - Meteo tra grandine e caldo africano. Le previsioni del tempo davano anche pioggia ma l'acqua invece si è vista poco. Ce n'è abbastanza perché l'Anbi - l'associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue  - avverta: non c'è più acqua per tutti gli usi.  La stessa Coldiretti avvisa: danni stimati in un miliardo di euro all'anno. E chiarisce: "Una situazione che ha cambiato anche le scelte di coltivazione sul territorio con un calo stimato di diecimila ettari delle semine di riso che ha più bisogno di acqua a favore della soia". 

Siccità, 125 comuni rischiano il razionamento dell'acqua potabile. Ecco la lista   Non solo. A preoccupare – precisa la Coldiretti - "è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come girasole, mais, grano e degli altri cereali ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere. Una situazione pesante in un momento difficile a causa della guerra in Ucraina e dei forti rincari nel carrello della spesa con aumenti di prezzi degli alimentari che hanno raggiunto a maggio il +7,1%".

 

Dieci domande al direttore generale Massimo Gargano. Che non gira tanto attorno al concetto e chiarisce: "Siamo in una grave scarsità idrica". Il primo esempio: "Il Tevere è più basso di un metro e mezzo rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso". 

Si arriverà al razionamento dell'acqua potabile?

"Se non piove il rischio è altissimo - chiarisce Gargano -. E rischia prima di tutto il Centro Italia, paradossalmente una delle aree più in crisi. Dico paradossalmente perché storicamente non lo è mai stata. Le piogge alla fine hanno sempre fatto il loro dovere".

Non piove, rischio razionamento acqua potabile
Non piove, rischio razionamento acqua potabile

Cosa succede in Piemonte?

I fiumi piemontesi decrescono visibilmente ad eccezione di Pesio e Sesia; nelle dighe della Baraggia (Ravasanella, Ostola, Ingagna) mancano circa 4 milioni di metri cubi d’acqua rispetto alla media, contenendo oggi il 63,24% del volume invasabile.

Cosa succede in Lombardia?

In calo è il livello dei grandi bacini del Nord (solo il Lario è stabile) con il lago Maggiore, che è prossimo a sfiorare nuovamente il minimo storico dal 1946. Diminuiscono le portate dei fiumi valdostani e del Po, che a Cremona è in condizioni di criticità rossa ed a Pontelagoscuro registra livelli pari a quelli dei giorni più difficili della siccitosissima estate 2017. Nelle regione, nonostante le piogge cadute soprattutto sul Nord della regione (registrati fino a 70 millimetri), le riserve idriche restano largamente deficitarie (-51,4% sulla media e -60% sul 2021), così come quelle nivali (-77% sulla media); il fiume Adda, pur in leggera ripresa, si conferma ai livelli più bassi del recente decennio.

Cosa succede in Emilia Romagna?

Situazione analoga si registra in Emilia Romagna, dove piogge disomogenee hanno portato leggero ristoro agli esangui corsi d’acqua, ma non hanno impedito che il bilancio idroclimatico di alcune zone scendesse al di sotto dei minimi storici: nei bacini montani dal Parma al Trebbia, dove anche le precipitazioni sono inferiori al record negativo; nei bacini di pianura dal Parma al Tidone; nei bacini di pianura a Nord della foce del fiume Reno, dove la pioggia caduta a maggio è stata la metà di quella di un già difficile 2021 (mm.36 contro i 70 millimetri di 12 mesi fa). 

Cosa succede in Veneto?

In Veneto, infine, come tutti i grandi fiumi del Nord continua a calare il livello dell’Adige, confermandosi ai minimi del recente decennio; in calo anche il Piave, mentre migliorano leggermente la condizioni idriche di Livenza, Bacchiglione e Brenta.

Cosa succede in Toscana?

Grave è anche la situazione dei fiumi toscani, dove l’ormai “torrente Arno” ha una portata pari al 27% della media e l’Ombrone è in grande sofferenza, trasportando solo 1,56 metri cubi al secondo.

Cosa succede in Lazio?

Per Anbi "l'incubo del razionamento dell'acqua potabile torna ad aleggiare sul Lazio, dove la quasi assenza di precipitazioni sta diventando allarmante: calano significativamente i livelli dei fiumi Tevere e Liri, ma anche dei laghi di Bracciano e di Nemi".

Cosa succede nelle Marche?

Nonostante le piogge, cadute però con intensità diversa da zona a zona, i fiumi delle Marche stanno tornando ai livelli del 2021 con improvvisa discesa anche dei volumi idrici trattenuti nei bacini ed ora superiori solo a quelli, scarsi, dello scorso anno.

Che cosa fare?

Spiega il direttore generale Anbi: "Abbiamo presentato assieme ad altri un piano per la raccolta dell'acqua da nord a sud, dalla Valle d'Aosta alla Sicilia, per realizzare bacini piccoli e medi, laghetti senza cemento, che non impattano con l'ambiente. Li abbiamo chiamati a km zero, riuscirebbero a dare tre risposte: per uso potabile, per uso energetico - con pannelli fotovoltaici galleggianti che abbiamo già sperimentato in tre siti - e anche di vantaggio ambientale. Dunque questi bacini dovrebbero raccogliere l'acqua quando è troppo per distribuirla quando ce n'è bisogno. 

Quali numeri ci devono preoccupare? 

"Oggi cade la stessa quantità di acqua di vent'anni fa, 300-305 miliardi di metri cubi all’anno. Ma ne raccogliamo solo l’11 %. Quando la pioggia trova asfalto e cemento acquista velocità, i consorzi di bonifica la devono allontare immediatamente. Ma lo fanno con 858 impianti idrovori, da Trieste alla Liguria. Questa è acqua che perdiamo  per sempre e che non abbiamo a dispiosizione quando occorre".