Meteo: ecco la pioggia al Nord. Arrivano anche neve e freddo: quanto durerà il maltempo

Previsioni: perturbazioni da mercoledì. Fiocchi anche sotto i 1000 metri. Istat: nelle città 1,2 gradi in più rispetto al 2000

Roma, 28 marzo 2022 - Da mercoledì la pioggia al Nord non sarà più un miraggio. Dopo più di tre mesi di siccità l'alta pressione, dopo aver garantito altre due giornate soleggiate in questo inizio settimana, cederà il posto all'arrivo di perturbazioni che, sospinte da venti di libeccio e scirocco e alimentate da aria fresca in quota, raggiungeranno l'Italia provocando precipitazioni diffuse, talvolta anche abbondanti e non solo al Nord, pure al Centro e poi anche su Campania, Basilicata e Puglia. E non si tratterà solo di pioggia: arriverà anche tanta neve, fondamentale per  rimpinguare le riserve idriche quasi a secco. E' il quadro delineato da Antonio Sanò, direttore e fondatore del sito www.ilmeteo.it, che spiega come da mercoledì 30 marzo ci attendono almeno 5 giorni di tempo fortemente instabile con le piogge che bagneranno a più riprese il centro-Nord e parte del Sud. 

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Incendi da Longarone alla Campania. Più di mille roghi, aspettando la pioggia

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La dama bianca inizierà a cadere sulle cime più alte delle Alpi, ma da venerdì 1° aprile con l'ingresso di aria via via più fredda direttamente dal Polo Nord, la quota scenderà bruscamente anche sotto i 1000 metri. Gli accumuli a fine evento potranno risultare importanti sopra i 1300 metri con quasi 30/40 cm di manto bianco. Ci sarà spazio per nevicate anche sugli Appennini, sempre da venerdì, sopra i 1200 metri. Ma oltre alle piogge e alle nevicate questa fase di maltempo farà calare le temperature, quanto meno quelle massime. I valori termici, attualmente sopra la media di 4/5°C, scenderanno di circa 10°C, portandosi non oltre i 10/12°C di giorno, segnatamente al Nord. Al contrario, i valori notturni, a causa della copertura del cielo e dei venti miti di scirocco e libeccio, cresceranno di quasi 8° gradi.

La mappa di 3b meteo

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Istat: nelle città 1,2 gradi in più rispetto al 2000

Parentesi di pioggia e neve a parte, l'Istat evidenzia come nel 2020 nei capoluoghi di regione la temperatura media annua segna +1,2 gradi sul valore 1971-2000 risultando pari a 15,8 gradi. In un report sui cambiamenti climatici con il 2020 come anno di riferimento si sottolinea come "in tutte le città le anomalie di temperatura media sono positive e dovute a rialzi della temperatura, sia minima che massima: le più alte si rilevano a Perugia (+2,1), Roma (+2), Milano (+1,9), Bologna (+1,8) e Torino (+1,7). I valori più alti nel decennio 2011-2020. In particolare dal 2014, la temperatura media ha raggiunto i +16 gradi, "segnale di un riscaldamento in atto nei sistemi urbani". 

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Smog in lieve miglioramento

Riguardo all'inquinamento atmosferico, l'Istat sottolinea che nelle tre maggiori città italiane è in lieve miglioramento, ma Milano è penalizzata dalla scarsa presenza di aree verdi, Roma ha il tasso di motorizzazione più elevato e Napoli il parco circolante più obsoleto.

Per l'insieme dei capoluoghi i superamenti dei limiti di legge e dei valori di riferimento stabiliti dall'Oms, rilevati dalle centraline di monitoraggio, sono leggermente diminuiti tra il 2013 e il 2020, salvo alcuni peggioramenti nel 2015 e nel 2017, raggiungendo il valore più basso nel 2019, mantenuto anche nel primo anno di pandemia. A Milano la frequenza dei superamenti è stata circa il doppio della media dei capoluoghi, anche se negli ultimi anni la dinamica dell'inquinamento segue quella dell'insieme dei capoluoghi. Prevalgono i superamenti da particolato (PM10 e PM2,5) mentre diminuiscono quelli da biossido d'azoto (NO2). Dal 2015 una quota stabile e significativa di centraline registra il mancato rispetto dell'obiettivo per l'ozono (non superare 120 mg/m3 per più di 25 giorni l'anno), in chiara connessione con il trend delle variabili meteoclimatiche. Anche a Roma e Napoli prevalgono i superamenti da particolato, anche se negli ultimi due anni le frequenze si sono allineate alla media dei capoluoghi. Napoli presentava frequenze più elevate prima del 2019, benché nettamente inferiori a quelle di Milano, mentre nel biennio 2019-2020 non ha registrato per l'ozono superamenti della soglia di 120 mg/m3 per più di 25 giorni/anno.