
Tempesta sull'Europa, le immagini satellitari (foto di archivio EPA)
Roma, 12 giugno 2025 - Una nuova ‘era glaciale’? C’è un'altra faccia, forse per molti inaspettata, del riscaldamento globale e ha a che fare con il Capovolgimento meridionale della circolazione atlantica (Amoc), un sistema di correnti che trascina acqua calda dall’emisfero australe e dai tropici verso l’emisfero settentrionale, dove si raffredda, affonda e ritorna verso sud.
Cambiamenti in questo delicato sistema porterebbero a un abbassamento delle temperature in Europa, il cui clima mite dipende proprio dall'Amoc. Come ricorda la Cnn, numerosi studi suggeriscono che questo sistema si stia indebolendo: i più estremi ipotizzano che possa cessare di esistere entro la fine di questo secolo. Alla base del suo funzionamento c'è infatti un delicato equilibrio di calore e salinità messo seriamente in pericolo dal riscaldamento globale.
L'ultima ricerca in materia, guidata da René van Westen, ricercatore marino e atmosferico all’Università di Utrecht, cerca di fare chiarezza su quale possa essere il futuro del nostro continente e di quello americano. Insieme al suo team, ha analizzato uno scenario nel quale l'Amoc si indebolisce dell'80%, a fronte di un riscaldamento della Terra di due gradi rispetto alle medie pre-industriali (attualmente il dato è di 1,2 gradi). I risultati mostrano una netta distinzione tra Europa e Nord America: la prima sarebbe al centro di un "raffreddamento sostanziale", mentre nel secondo le temperature continuerebbero ad aumentare. Non solo: la stessa Europa sarebbe divisa in diverse aree climatiche, con la parte nord-occidentale colpita da frequenti e violente tempeste.
Ma attenzione, lo scenario di un continente più freddo non è una buona notizia. I paesi potenzialmente colpiti non sono pronti ad "affrontare questi estremi di freddo", con seri rischi per l'agricoltura, la sicurezza alimentare e le infrastrutture, che potrebbero cedere.
Il secondo scenario preso in considerazione da van Westen e dai suoi colleghi, quello guidato da un aumento a ben 4 gradi al di sopra delle medie pre-industriali, ha dato dei risultati radicalmente differenti. In quel caso, il calore supererebbe l'effetto 'raffreddante': "Sarebbe il riscaldamento a vincere".
Entrambi le ipotesi non sono incoraggianti, specie considerando che qualche effetto dell'indebolimento dell'Amoc si sta già registrando. Le ormai frequenti inondazioni sulle coste orientali degli Stati Uniti rappresentano proprio le 'prime crepe' di questo delicato e vitale meccanismo.