Alluvione Marche, Miozzo: "Ecco cosa fare per difendersi e i comportamenti da evitare"

Agostino Miozzo, dal 2002 al 2018 ai vertici della Protezione Civile, sottolinea l'importanza della preparazione della cittadinanza agli eventi estremi: è essenziale evitare comportamenti a rischio. "Se si vuole mettere l'auto in sicurezza, meglio farlo quando l'acqua che scende è ancora poca"

I danni dell'alluvione nelle Marche (Ansa)

I danni dell'alluvione nelle Marche (Ansa)

Agostino Miozzo, lei ha passato una vita, 18 anni, dal 2002 al 2018, ai vertici della Protezione Civile: è possibile prevedere eventi di questo tipo? I sindaci dicono che si parlava solo di allerta gialla.

Alluvione Marche, la diretta

Il climatologo: "In autunno attendiamoci altri eventi di questo tipo"

"Ho letto che tutti i modelli previsionali davano per l’evento di cui stiamo parlando e per quel territorio l’allerta gialla. I modelli attualmente in uso sono estremamente performanti, però ogni tanto accade che sbaglino e noi dobbiamo imparare a convivere con questa incertezza. E’ oltretutto utile ricordare che queste piogge sono cadute su un terreno decisamente arido assai poco permeabile, un terreno che di fatto non è riuscito ad assorbire nemmeno parzialmente quella enorme quantità d’acqua, ma ha lasciato scorrere tutto ciò che è caduto, anche se 400 mm in due ore sono una quantità d’acqua comunque spaventosa che difficilmente avrebbe potuto essere assorbita anche da un terreno 'preparato' alla stagione delle piogge".

L'alluvione di Ancona ha mostrato ancora una volta che l'adattamento agli eventi estremi, la preparazione della popolazione ad eventi di questo tipo è fondamentale. Quali sono i comportamenti da evitare? Ricorda qualche episodio specifico ed esemplificativo di errori gravi, nella sua lunga esperienza?

"Il tema 'prevenzione e preparazione alle emergenze' è sempre stato ostico e poco apprezzato nel nostro paese che peraltro è stato decisamente preparato a rispondere alle crisi anche gravi che si sono abbattute sul nostro territorio, nella risposta alle crisi siamo in effetti dei veri campioni del mondo. Prevenzione e preparazione significano interventi onerosi, investimenti nel lungo periodo in tema di cultura, prevenzione strutturale, informazione ma soprattutto pianificazione ed esercitazioni frequenti. I cambiamenti climatici ci stanno esponendo ormai da tempo a eventi estremi come quello che abbiamo visto ieri nelle Marche, eventi drammatici che provocano sempre gli stessi scenari, con le medesime cause che producono vittime, perché vai a recuperare l’auto che vedi a rischio, sei in cantina per mettere al sicuro beni che li avevi depositato, sei bloccato in auto in un sottopassaggio e via dicendo. Questi eventi, con mari che hanno accumulato durante l’estate una quantità di energia spaventosa, saranno sempre più frequenti e ci impongono una riflessione e una rilettura sui nostri modelli previsionali e anche sui comportamenti. Oggi piovono 400 millimetri di acqua in un comune e magari a venti chilometri di distanza ne cadono 5 di millimetri. Colui che vive a venti chilometri magari a valle dell’evento da 400 mm, non può immaginare che una valanga di fango, detriti, acqua gli sta arrivando addosso. L’evento delle gole del Raganello nel 2018 nel parco del Pollino ha rappresentato esattamente questa tipologia di rischio.

Cosa invece è opportuno fare, come cittadini, quando si attendono eventi meteo intensi?

"Se sei informato dal tuo comune che è stata emessa un'allerta meteo devi essere in grado di predisporre tutto affinché, qualora l’evento estremo avvenga, tu sia comunque protetto. Se l’auto ti preoccupa mettila subito, fintanto che l’acqua che scende è ancora poca, in una posizione 'sicura', se hai dei beni preziosi in cantina portali via subito, non azzardarti ad andare a metterli al sicuro quando vedi che l’acqua è già salita a livelli preoccupanti, se abiti al pian terreno e sei vicino ad un fiume o a un torrente sali subito ai piani superiori, se sei in viaggio e vedi un sottopasso che vedi già coperto da uno strato d’acqua non ti fidare anche se hai un potente fuoristrada 4 ruote motrici, cambia strada e mettiti al riparo in zona sicura, spesso un’ora o due di attesa fanno la differenza e ti salvano la vita. Ma tutti questi comportamenti 'virtuosi' devono essere comunicati, condivisi, spiegati alla gente, ai tuoi concittadini, e ti devi preoccupare di farlo in 'tempo di pace' e non durante l’emergenza quando le azioni disperate prevalgono sul comportamento razionale. E' opportuno dire tuttavia che alle volte i modelli non prevedono correttamente l'evento metereologico e in quel caso è estremamente importante che i cittadini sappiano legegre autonomamente quelli che sono indicatori chiari della catastrofe che si sta per abbattere".

Mica facile, per un non adetto ai lavori....

"Certo, e per questo servono efficaci campagne di comunicazione e di pianificazione, campagne condotte sul territorio, in modo di comunicare alla popolazione queste conoscenze che possono, letteralmente, salvare la vita".

Non sarebbe opportuno inviare messaggi di allarme sui cellulari in caso di eventi estremi attesi? La tecnologia c'è....

"La tecnologia ci sarebbe ma questa è una soluzione decisamente complessa e di difficilissima applicazione soprattutto per eventi di questo genere, localizzati, estremi, puntuali. Anzitutto c’è il rischio del fenomeno del 'al lupo al lupo' indotto da quel meccanismo di 'autodifesa' e 'autoprotezione' da parte dell’amministratore locale che ad evitare rischi di imputazione per comportamenti sbagliati, abbassa l’asticella del rischio e inizia l’emissione di allerte ingiustificate. In questo modo la gente si abitua ad avere un’attitudine negativa e di scarsa fiducia sulle allerte al punto di non eseguire le indicazioni del messaggio proprio in relazione alla frequenza delle false allerte. E come nella favola di Esopo se gridi troppo spesso al lupo al lupo, quando il lupo verrà veramente tu sarai solo e impreparato. Un altro punto di riflessione è quello relativo alla generazione di un sistema assistenzialista per il quale il cittadino diventa un passivo ricettore di informazioni che possono arrivare se ho il cellulare, se è in carica, se è sotto copertura, se sono capace di interpretare il messaggo che mi arriva.  Il meccanismo è certamente utile in una epoca come questa dove in 2 ore può piovere quanto in un anno, ma deve essere predisposto in perfetta sintonia con il sistema nazionale e locale di allerta emesso dalla protezione civile e con quel processo di preparazione e educazione di cui parlavo poc’anzi". 

Cosa sarebbe opportuno fare per preparare il territorio agli eventi meteo estremi?

"400 mm di pioggia che cadono nel giro di due ore sono un disastro difficilmente prevedibile e nei confronti del quale altrettanto difficilmente si possono mettere in atto meccanismi protettivi se non per la messa in sicurezza delle persone. Ma 400 mm sono eventi estremi che accadono in fondo raramente, poi c’è la 'normalità' di piogge abbondanti, esondazioni da torrenti non puliti, corsi d’acqua ostruiti da materiale di scarico se non completamente 'tombati' dalla speculazione edilizia. Ma l’acqua non si preoccupa della speculazione e se deve scendere segue il suo percorso che normalmente è devastante per tutto ciò di inusuale che trova di fronte a sé. Ciò significa attenzione e rispetto del territorio, lavori frequenti e costanti di pulizia dei corsi d’acqua e tanta formazione, comunicazione, informazione della cittadinanza, continua e costante: non esiste il corso una tantum fatto per dovere d’istituto e poi arrivederci, c’è un percorso di condivisione del rischio, di abitudine alla comprensione della propria vulnerabilità nei confronti degli eventi esterni, naturali e provocati dall’uomo. Solo la consapevolezza della fragilità del territorio e delle nostre fragilità può aiutarci ad affrontare eventi estremi".