Mercoledì 24 Aprile 2024

È LA FINE DEL MONDO IL PARADISO BIANCO DI EMILIA E TOSCANA

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di Enrico Barbetti

Eppur si muove. L’Appennino tosco-emiliano, innevato come non accadeva da oltre un decennio, attende con impazienza il 15 febbraio per riaccendere gli impianti di risalita, ma nel frattempo non resta fermo. Con il ritorno alla zona gialla c’è comunque già la possibilità, per chi abita nelle città del fondovalle, di raggiungere le cime del crinale e vivere quell’atmosfera di alta montagna che rigenera il corpo e la mente. Gli irriducibili della settimana bianca sui caroselli dolomitici non troveranno le stesse cattedrali di roccia da contemplare, ma scopriranno morbidi panettoni arrotondati dal tempo, oscuri e profondi valloni, boschi di conifere e faggi a perdita d’occhio, oltre a un’ospitalità genuina e a una cucina avvolgente che non teme confronti. E, soprattutto, il grande silenzio ovattato in cui affondare i propri passi o lasciare scorrere gli sci con un leggero fruscio.

Questo strano inverno per molti appassionati sciatori su pista, ’orfani’ del loro sport preferito, ha rappresentato l’occasione per sperimentare per la prima volta lo scialpinismo. Inoltre sono ormai migliaia, in ogni fine settimana, anche gli escursionisti che calzano le ciaspole, un mezzo divertente e adatto a tutti per affrontare l’ambiente innevato. Il tutto nel rispetto del naturale distanziamento offerto dai grandi spazi. Il cuore dell’Appennino batte nel triangolo bianco fra Corno alle Scale, Monte Cimone e Abetone. Decine di chilometri di piste da discesa già tracciate e ancora vuote sono il naturale banco di prova per chi debutta in salita con le pelli di foca sotto le lamine degli sci per poi discendere in libertà sulla neve fresca non battuta.

Nell’area del Corno alle Scale, il tetto dell’Appennino bolognese, una meta classica raggiungibile sia con gli sci che con le ciaspole è il monte La Nuda, che con i suoi 1800 metri rappresenta un balcone naturale sulla spettacolare cresta dei Balzi dell’Ora: si può partire sia da Pian d’Ivo, affrontando così 600 metri di salita, quasi tutta nel bosco, o dal laghetto del Cavone, dimezzando la fatica e passando attraverso il maestoso circo glaciale battezzato ’valle del silenzio’. Spostandosi sul versante toscano, un primo approccio con le ciaspole può essere l’anello del Maiori, una passeggiata poco impegnativa di circa due ore che dalla piazza dell’Abetone porta alle pendici del monte Libro Aperto, attraverso saliscendi in abetaie e faggete che offrono scorci sulla vetta più affascinante del comprensorio. Il monte Cimone, con i suoi 2165 metri, è la cima più elevata dell’Appennino settentrionale e ne ospita anche il più esteso comprensorio sciistico. Sestola, Fanano e gli altri borghi aggrappati al gigante offrono un’infinita varietà di possibilità escursionistiche e scialpinistiche. Tra i punti di partenza, da segnalare il lago della Ninfa e il rifugio Capanna Tassoni: da quest’ultima località, seguendo per circa 6 chilometri la strada carrozzabile, si sbuca sul crinale al passo di Croce Arcana, punto di passaggio fra Emilia e Toscana a quasi 1700 metri di quota. Per chi affronta per la prima volta l’esperienza della montagna invernale, può essere una buona idea quella di affidarsi a una guida: escursioni adatte a tutti con le ciaspole vengono organizzate regolarmente nelle principali stazioni turistiche.

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