
L’amore viscerale per la propria terra, dove l’azienda ha radici fin dal 1874. La terra tutta, non solo i 120...
L’amore viscerale per la propria terra, dove l’azienda ha radici fin dal 1874. La terra tutta, non solo i 120 ettari vitati, perché è anche la qualità dell’ambiente circostante a fare la differenza. La sostenibilità non è un concetto vago ma un impegno concreto da Zorzettig, cantina di Spessa di Cividale, sui Colli Orientali del Friuli. Qui, in questa terra di confine tra Italia e Slovenia, non si usano insetticidi e sono stati piantumati alberi ed essenze per tutelare la biodiversità. Il vino è ovviamente il nocciolo centrale ma, in questo contesto, è come fosse un punto di arrivo più che di partenza.
"Crescere tra i Colli Orientali del Friuli significa respirare un senso di appartenenza che non ti abbandona mai", scandisce Annalisa Zorzettig, alla guida dell’azienda di lunga tradizione familiare, una realtà da 800mila bottiglie quasi metà delle quali destinate all’export, con Stati Uniti e Germania quali mercati esteri principali. Vini territoriali, ça va sans dire, dai tre big Friulano, Ribolla Gialle e Malvasia agli autoctoni più rari, come Schioppettino e Picolit, o il semi-dimenticato Pignolo.
Come espressione territoriale sono anche i vitigni internazionali di solide radici nel territorio friulano, Sauvignon e Merlot su tutti. Una produzione che si sublima nella linea MYÒ, la referenza di alta gamma fiore all’occhiello di Zorzettig. "La linea MYÒ è il modo che abbiamo di ringraziare queste colline – racconta Annalisa Zorzettig – il gesto più autentico che posso offrire al Friuli che ha cresciuto per generazioni la mia famiglia e ora continua con mia figlia e mia nipote". In particolare, alla nipotina è dedicato I Fiori di Leonie, blend di Pinot Bianco, Sauvignon e Friulano che rappresenta anche la cifra stilistica della cantina.
"È un vino che nasce da vigneti coltivati su suoli ricchi di ponca, in un ambiente di cui ci impegniamo a custodire l’ecosistema – spiega la titolare –. In vigna pratichiamo il sovescio misto e anche grazie alle varie piante biotipo autoctone, abbiamo fioriture spontanee quasi tutto l’anno: è da lì che prende il nome questo vino, dai fiori che nascono liberi tra i filari. È la natura che si esprime con grazia, senza forzature, in un equilibrio che vogliamo accompagnare e proteggere".
La linea MYÓ comprende poi Friulano, Malvasia, Pinot Bianco, Sauvignon, Refosco dal Peduncolo Rosso, Schioppettino, Pignolo e Picolit. Tutti vini in purezza, che esaltano il frutto cercando di esprimere al massimo il terreno in cui affondano le radici. "Qualità è un termine astratto – argomenta Saverio Di Giacomo, enologo dell’azienda – credo si possa concretizzare nel lavoro di preservare nel miglior modo possibile il frutto che arriva in cantina, conservando quello che cresce in campagna, e raccontarlo con eleganza e pulizia. Nella qualità c’è la responsabilità di adottare le tecniche più corrette per proteggere il vino, nel modo più naturale possibile".