Sabato 15 Marzo 2025
REDAZIONE MAGAZINE

Zaino in spalla. Alla (ri)scoperta della Via degli Dei

Con la bella stagione tornano i picnic, le giornate all’aperto e le prime gite fuori porta. I più fortunati si...

Con la bella stagione tornano i picnic, le giornate all’aperto e le prime gite fuori porta. I più fortunati si...

Con la bella stagione tornano i picnic, le giornate all’aperto e le prime gite fuori porta. I più fortunati si...

Con la bella stagione tornano i picnic, le giornate all’aperto e le prime gite fuori porta. I più fortunati si concedono qualche giorno di relax e c’è chi, per rilassarsi, sceglie di camminare. Zaino in spalla, scarpe comode, una mappa e inizia l’avventura. Per questi ultimi, la Via degli Dei è la scelta perfetta: un cammino che collega Bologna a Firenze, attraversando l’Appennino. 130 km, cinque tappe, immersi nella natura e in splendidi paesi da riscoprire. Il consiglio? Non avere fretta. Non esiste un numero fisso di tappe: l’ideale è prendersi dai cinque ai sette giorni per godersi il paesaggio e conoscere le peculiarità dei luoghi attraversati. Dal Contrafforte Pliocenico alla Flaminia Militare, dal Castello del Trebbio al Santuario di Monte Senario, fino alle colline coperte di girasoli in Toscana. Ma ciò che colpisce di più è il paesaggio naturale: la vista su Monte Adone è spettacolare e se drizzate le orecchie, potrete sentire il ruggito dei leoni accolti nel Centro di Tutela e Fauna Monte Adone.

Si può scegliere di dormire in tenda o nei B&B presenti lungo il percorso. La Via degli Dei nasce grazie allo spirito goliardico di un gruppo di escursionisti bolognesi del CAI – i Dû pâs e ‘na gran magnè, ’due passi e un gran pasto’ – che volevano raggiungere Firenze attraversando l’Appennino. Ma è anche una via storica, percorsa fin dall’antichità da Etruschi e Romani, e utilizzata per secoli da mercanti e viaggiatori. L’Appennino tosco-emiliano ha vissuto momenti tragici, come la Seconda Guerra Mondiale: lungo il percorso si incontrano molti luoghi attraversati dalla Linea Gotica.

Mirko Di Meo