Venerdì 19 Aprile 2024

"Zagor. E il fumetto fa la Storia"

L'editor Burattini: "Il segreto del successo? Lo spirito libertario e la precisa ricostruzione dei suoi tempi"

Zagor, personaggio ideato da Sergio Bonelli

Zagor, personaggio ideato da Sergio Bonelli

Firenze, 14 febbraio 2020Il suo nome è Burattini, Moreno Burattini. Toscano doc (di San Marcello Pistoiese) fa il pendolare tra la terra natìa e la Grande Milano. Che vada in treno o in auto, accanto a sé, lui, classe 1962, ha sempre suo fratello, di un anno più grande. Fratello di un anno più grande, molto atletico (sembra un Tarzan meno selvaggio), con una strana maglia rossa e una scure appesa al cinturone dove ha anche una pistola a tamburo. Il suo nome è Zagor. Moreno parla fitto fitto con Zagor e ci racconta le sue avventure ambientate in Nordamerica nella prima metà dell’Ottocento.

Moreno, lei è l’editor di Zagor. Che però non invecchia.

(ride) "Vero. Beato lui. Ma non è il solo. Molti eroi dei fumetti non sentono il tempo che passa...".

Però Zagor, nato nel 1961, per essere un fumetto è davvero longevo.

"Dopo Tex, classe 1948, è il più longevo fra quelli ininterrottomante sulla breccia. Batte Diabolik e Alan Ford, che sono del 1962 e del 1969".

Ci sveli qual è il suo elisir.

"Tutto nasce dal suo babbo, Sergio Bonelli, che quando faceva lo sceneggiatore si firmava Guido Nolitta: era lui a scrivere le storie, disegnate poi da Gallieno Ferri. Le avventure di Zagor non appartengono a un solo genere, ma crocevia di tanti filoni letterari: horror, fantascienza, romanzo storico, western, poliziesco e via elencando. Sergio capì subito che non doveva mai stare fermo, confinato in un determinato ambito. Ecco, in questo caso, la parola contaminazione è quella più appropriata per capire come mai Zagor sia vivo e lotti insieme a noi".

Zagor è fantasia, ma anche precisa ricostruzione storica, è uno spirito libertario e antirazzista.

"Verissimo. In questo senso Sergio Bonelli era avanti rispetto ai suoi tempi. Vuoi perché lettore onnivoro, vuoi perché aveva viaggiato tanto. Le storie di Zagor hanno una precisa cifra stilistica, si evitano discrepanze storiche. Per capirsi: una volta i western raffiguravano i pellerossa un po’ tutti uguali, i Seminole della Florida sono del tutto diversi dagli Apache o dai Sioux. E Sergio fu il primo a metterlo nero su bianco".

E oggi?

"Oggi è ancora più difficile perché il controllo è sicuramente più facile con tutti gli strumenti che offrono la Rete e i media. Difficile ingannare il lettore o dare qualcosa per scontato. Devi studiare, devi leggere. Le armi usate su Zagor non son quelle della prima metà del XIX secolo, ma ormai le teniamo così perché fanno parte del set dal 1961. Però, abbiamo tolto, per esempio, il telegrafo e la dinamite per non essere antistorici".

Ciò detto, resta un fumetto di fantasia.

"Certo. Con una sottile distinzione: finché è nella sua foresta, la magica foresta di Darkwood, possiamo dare libero corso fantasia, quando esce dal suo mondo assieme a Cico deve fare i conti con la Storia. Con Darwin, con Tocqueville, con Poe".

Come nasce una storia a fumetti?

"Servono uno sceneggiatore e un disegnatore. Lo sceneggiatore deve avere il dono dell’affabulazione, essere capace di inventare storie, e saperle raccontare per immagini giustapposte, secondo i codici della nona arte (il fumetto, appunto). Per farlo occorre aver letto fin da bambino tonnellate di albi, in pratica immaginare a fumetti".

Oggi si vendono meno fumetti.

"Sergio Bonelli poteva permettersi di puntare tutto sulla distribuzione in edicola. Nel 2011, quando morì, le cose già erano cambiate. I giornalai abbassano le serrande, si devono allargare gli orizzonti, badando a qualità e conti. Per fortuna Davide, il figlio, ha preso in mano le redini rischiando assai e sta vincendo la scommessa, trasformando la Bonelli Editore in una media company che si occupa di prodotti multimediali legati alla nostra tradizione fumettistica".

Il merito storico della Bonelli?

"Aver fatto leggere gli italiani. Tutti. Non a caso anche gli intellettuali di professione non hanno mai nascosto la loro passione per noi".

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