Viva ’Le Mani di Napoli’ La sartoria da uomo torna a sfornare talenti

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di Eva Desiderio

Già il nome dell’associazione dice tutto: ’Le Mani di Napoli’. Eccellenza antica e appassionata che ha creato nel mondo il mito della sartoria partenopea, la classe delle spalle delle sue giacche (così morbide, confortevoli, eternamente chic), la qualità dei punti di cucitura lanciati su tessuti preziosi con un’arte unica. "I nostri abiti da uomo sono inimitabili e i nostri clienti sono in tutto il mondo, non solo in Italia, ma tanti in America, Giappone, Corea e tutta Europa", dice il presidente Giancarlo Maresca, avvocato che ha fatto dell’eleganza il suo stile di vita. " Per questo vogliamo ridare alla sartoria napoletana il ruolo che si merita, unendo le forze e la grande esperienza dei nostri maestri per ridare a Napoli il posto che le spetta come capitale della moda maschile". E allora via alle presentazioni, per prima ’Le Mani di Napoli’, nella sede del Comune col sindaco Gaetano Manfredi e tutti i sarti aderenti.

"C’è un’altra Napoli da riscoprire – afferma Manfredi – e questa associazione di maestri artigiani vera la rappresenta. Un patrimonio da tutelare e preservare per il futuro, ne vale l’identità della città stessa. Oggi qui si promuove un marchio internazionale senza uguali fonte di economia diretta e indiretta, penso solo al turismo di tipo esperenziale e alla promozione di alto livello". Fondamentale sarà la formazione dei giovani talenti e in questo il Comune sosterrà Le Mani di Napoli nei percorsi formativi istituendo una scuola dei mestieri ad hoc. "Fare il sarto deve essere un mestiere di tendenza – spiega l’avvocato Giancarlo Maresca, che presiede questo consesso – e dobbiamo approfittare di questo momento storico per la città e della sua energia. Vogliamo una Napoli capitale del gusto e della moda. Al nostro aeroporto vedi sempre i nostri sarti in partenza per Shangai o per Londra, per New York e Dubai e questi sono fatti".

Niente è più attuale visto che il mondo del lusso sta andando sempre più verso l’unicità, la ricercatezza, il pezzo unico, perché la moda passa ma lo stile resta come diceva Coco Chanel. Per formare il nuovo capitale umano da inserire nelle antiche botteghe ecco l’idea di istituire una Academy e di collegarsi con gli artigiani napoletani e campani dell’oro e del corallo, anche loro custodi di manualità eccelsa. A raccontare segreti e unicità di questo nobile lavoro è Damiano Annunziato general manager della Sartoria Dalcuore che con la moglie Cristina Dalcuore porta avanti l’attività. Annunziato è vicepresidente di ’Le Mani di Napoli’. "Dopo la pandemia, ora finalmente tutto è ripreso", racconta descrivendo i propri clienti come appassionati di eleganza ma anche appartenenti al ceto medio alto, professionisti che possono permettersi abiti cuciti tutti a mano da 3.000 euro.

Molto l’entusiamo di un giovane sarto come Vincenzo Cuomo, 33 anni, nella sartoria di famiglia a Palazzo Serra di Cassano in un ambiente di suggestione. "La nostra etichetta ha 65 anni,fondata da nonno Raffaello e da papà Ciro – racconta Vincenzo – e i nostri clienti sono avvocati e medici, professionisti anche stranieri, politici. Una volta al mese andiamo dai nostri clienti a Londra e ci spostiamo anche spesso a Milano e a Roma. In questi anni ho capito che non devo fare nulla per rendere moderna la sartoria napoletana, perché lo è già. Così ho vinto a Milano il Premio Arbiter!".

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