I film violenti creano ragazzi violenti?

Cresce la violenza nei film per ragazzi, ma diminuiscono i crimini? La scienza cerca di capire il rapporto tra la violenza sugli schermi e quella reale, ma non è facile

L'influenza dei film violenti sui giovani sta suscitando dibattito negli Stati Uniti

L'influenza dei film violenti sui giovani sta suscitando dibattito negli Stati Uniti

Quando ci chiediamo se i film violenti creano ragazzi violenti, è bene tenere conto che si tratta di una questione complessa. Che può portare a far emergere dati contrastanti e risposte contraddittorie. È quello che emerge da una recente ricerca sul tema da parte di una università americana, e dal dibattito che sta creando.Negli ultimi 20 anni i film sono diventati più violenti, ma sembra che questa violenza non influenzi il comportamento dei giovani. Lo rivela una ricerca condotta dalla Stetson University (Florida, Stati Uniti) che esamina l'impatto di cinema e tv sulla vita degli adolescenti. Ma la questione non sembra così semplice.

PIÙ VIOLENZA NEI FILM, MENO IN STRADALo studio, da poco pubblicato sulla rivista Psychiatric Quarterly è partito dal presupposto che i genitori spesso temono che i film violenti possano scatenare comportamenti devianti e violenti nei loro figli, ma sono giunti alla conclusione che è un timore infondato: i film classificati come PG-13 (paragonabili a quelli vietati ai minori di 14 anni in Italia) non trasformeranno i bambini in criminali.I ricercatori hanno confrontato il tasso di violenza dei film con quello sulle strade. Se hanno evidenziato come i film PG-13 sono diventati più violenti tra il 1985 e il 2015, si sono anche resi conto, dati alla mano, che i tassi complessivi di omicidi e violenze giovanili sono in realtà diminuiti dagli anni '90.CHI HA RAGIONE?Gli psichiatri del team accademico spiegano nel paper che i bambini possono rievocare nei loro giochi le situazioni violente che vedono nei film, ma queste rappresentazioni non arrivano a tradursi in violenza nella vita reale, come il bullismo o aggressioni sessuali. In sostanza i ricercatori sostengono che la violenza dei media insegna ai bambini che il mondo è più violento di quanto sia in realtà, e la maggior parte reagisce diventando più paurosa, ma non più violenta o aggressiva.Va però detto che lo studio ha suscitato discussioni a livello istituzionale, dato che la Adolescent Communication Institute dell'Università della Pennsylvania ha contestato la conclusione del team universitario per l'incompletezza dei dati e il modello semplicistico di interpretazione dei mass media. E anche altri pediatri ed esperti hanno espresso molte perplessità sulla teoria veicolata dagli studiosi della Stetson. I quali ribattono che puntare il dito contro i media dà alle persone un falso senso del controllo, e spiegano che è invece semplicistico incolpare i film per liberarci dalla responsabilità. Chi ha ragione? Di sicuro si tratta di un problema complesso, a partire dalla raccolta e analisi dei dati fino alla loro contestualizzazione. Il dibattito prosegue.

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