Vincere l’insonnia limitando lo stress

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Insonnia, quanto mi fai soffrire. Si calcola che almeno 12 milioni di italiani facciano fatica ad addormentarsi o che abbiano il sonno leggero (tanto da svegliarsi loro malgrado prima dell’alba) e spesso ricorrono senza successo a camomille, melatonina, valeriana, i primi rimedi e integratori ai quali viene spontaneo pensare. Purtroppo sappiamo che non esiste ancora una pillola magica, ma possiamo favorire un congruo periodo di riposo creando condizioni ottimali di silenzio, buio e comfort in camera da letto, evitando le digestioni laboriose quando si fanno le ore piccole, e riducendo per quanto possibile i problemi respiratori (allergie da acari, deviazione del setto nasale, ipetrofia dei turbinati, apnee e russamento da lassità del palato molle).

Esistono 50 centri di medicina del sonno in Italia, sono passaggi fondamentali. Anche un ciclo breve di psicoterapia cognitivo comportamentale (6-7 sedute mirate) possono aiutare. I farmaci ipnotici sono terapie da utilizzare su prescrizione del medico, per periodi limitati, ma in autunno è atteso l’arrivo in farmacia di un prodotto specifico, una bella novità nel trattamento dell’insonnia, ben tollerabile con effetti collaterali che tendono a zero, in quanto è il primo farmaco in grado di agire sul sistema delle orexine, meccanismo che regola l’orologio biologico del nostro organismo.

L’insonnia è detta patologia delle 24 ore, perché si fa sentire lungo tutto l’arco della giornata, ed è spesso sottovalutata la sua importanza da media e opinione pubblica. Una notte insonne ha un impatto rilevante sulla qualità di vita del paziente: compromette lavoro, studio, vita sociale e di relazione. Significativo anche l’impatto economico in quanto la sonnolenza diurna è una delle principali cause di assenteismo e di calo della produttività sul lavoro.

La fatica ad addormentarsi è un problema sanitario, ulteriormente accuito dalla pandemia e recentemente dalla guerra in Ucraina. La paura del contagio e l’ansia indotta dalle immagini della guerra, hanno aumentato il livello di stress, il senso di incertezza e di imminente pericolo nella popolazione che hanno avuto un impatto notevole sulla quantità e qualità del sonno. L’insonnia, nonostante i suoi effetti negativi sulla salute delle persone colpite, rimane una patologia sottostimata, sottodiagnosticata e trattata in maniera incongrua: i pazienti spesso la interpretano come un sintomo e si affidano al fai-da-te o al passaparola prima di ricorrere a un medico. A tutto questo contribuisce anche la propensione a considerare l’insonnia come un problema legato al benessere, allo stile di vita e alle cattive abitudini, mentre invece è una malattia vera e propria.

I meccanismi fisiopatologici che determinano l’insonnia sono stati affrontati in occasione del corso di formazione professionale continua per giornalisti promosso dal Master dell’Università di Roma, La Sapienza, condotto da Daniela Minerva con il contributo incondizionato di Idorsia.

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