Mercoledì 24 Aprile 2024

Via le parolacce. E i Maneskin zitti e buoni

Esplode il caso dei rocker all’Eurovision: "Ci hanno chiesto di cambiare la canzone e abbiamo accettato. Siamo ribelli ma non scemi"

Victoria (20 anni) e Damiano (22 anni) dei Maneskin

Victoria (20 anni) e Damiano (22 anni) dei Maneskin

Roma, 18 marzo 2021 - Non sarà lo spirito del rock, però è di sicuro lo spirito dei tempi. Il sì dei Maneskin alla richiesta di modificare la loro Zitti e buoni come richiesto dall’Eurovision Song Contest, addolcendo un paio di espressioni forti e tagliando alcuni secondi di canzone, oltre a un riff di chitarra, per rientrare nei tre minuti di durata richiesti dal regolamento, spiazza parte di fan. Spavaldi sul palco dell’Ariston, infatti, Damiano & Co. diventano "dialoganti" per salire su quello dell’Ahoy di Rotterdam la sera del 22 maggio trasformando la frase "vi conviene toccarvi i co***oni" in "vi conviene non fare più errori" e "la gente non sa di che ca**o parla" in la gente non sa di che cosa parla".

Insomma, duri e puri abbastanza, senza esagerare. Per quanto riguarda il tempo della canzone ridotto, invece, va ringraziata la beata anima di Nunzio Gallo che coi 5 minuti e 9 secondi della sua Corde della mia chitarra indusse nel ’57 gli organizzatori a inserire nel regolamento l’obbligo di durata di 180 secondi. Niente in cui non si sia incappato quattro anni fa Francesco Gabbani, costretto a mutilare la sua Occidentali’s karma di mezzo minuto e a modificare il verso "Piovono gocce di Chanel su corpi asettici..." perché davanti alle telecamere della Sanremo europea è vietata pure la citazione di marchi commerciali.

"Dire “o con la parolaccia o non partecipo” sarebbe stato presuntuoso" ha spiegato ieri lo stesso Damiano presentando il nuovo album dei Maneskin Teatro d’Ira – Vol. 1. "Siccome siamo ribelli, ma non scemi, abbiamo pensato che ci conviene di più partecipare all’evento che tenere nel testo un “ca**o” che lascia il tempo che trova". (E allora perché ce l’avete messo fin dal principio?, ndr). Tra i compromessi post-Sanremo del quartetto romano c’è pure la rimozione da Instagram della foto un po’ troppo esplicita (Damiano che in un eccesso di entusiasmo si stringe la patta) postata sui social il giorno della finalissima del Festival. "Che ci posso fare?" si chiede il cantante. "Se la rimetto mi bloccano il profilo e siccome con quel social ci lavoro non so quanto sia conveniente mettermi a fare la guerra a Instagram".

Gli Stones certi compromessi non li avrebbero mai accettati. Anzi sì, se è vero che per suonare a Shanghai accettarono di togliere di scaletta su indicazione delle autorità cinesi sia Honky tonk woman sia Brown Sugar. D’altronde i conti con la censura Jagger & Richards li fanno dalla notte dei tempi, compresa quella volta che per esibirsi negli Usa all’Ed Sullivan Show furono costretti a trasformare Let’s spend the night together (passiamo la notte insieme) in "Let’s spend some time together" (passiamo un po’ di tempo insieme).

Ma quest’anno l’indice dell’Eurovision è puntato pure sui Galasy ZMesta, gruppo filo-governativo in gara coi colori della Bielorussia. Scartata la coppia anti-regime formata da Vladislav Paškevic e Valerija Gribusova, che avrebbe dovuto partecipare all’edizione dello scorso anno naufragata causa pandemia e non riconfermata in questa, Minsk ha preferito puntare su una formazione "amica". Ma la canzone dei Galasy ZMesta Ya Nauchu Tebya, "vi insegnerò io", sembra apertamente rivolta ai manifestanti che da agosto scorso contestano Lukashenko sulle piazze e la cosa ha spinto l’European Broadcasting Union, l’insieme delle emittenti europee organizzatrice del concorso, a diffondere una nota in cui chiede al gruppo di applicare "tutte le necessarie misure per inviare una versione modificata, o una nuova canzone".

Nel 2019 la Georgia per una richiesta del genere si ritirò dalla competizione. Ma l’Eurovision si svolgeva a Mosca e il titolo del brano presentato dai georgiani Stefane & 3G a pochi chilometri dal Cremlino s’intitolava We Don’t Wanna Put In.

Sempre ieri, i vincitori dell’ultimo festival di Sanremo hanno poi annunciato il loro primo tour nei palasport: al via il 14 dicembre da Roma con una doppia data già sold out, come esaurite anche le successive due a Milano (il 18 e 19 dicembre). Il tour proseguirà poi a Casalecchio di Reno, Bologna, ancora Assago (Milano), Napoli, Firenze, Torino, Bari per finire il 23 aprile 2022 all’Arena di Verona. Resta ancora un mistero quale versione di Zitti e buoni (quella per l’Italia o quella per l’Eurovision?) proporranno dal vivo.

 

 

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