Mercoledì 24 Aprile 2024

Vaime, l’ultimo dei grandi autori di una volta

In coppia con Terzoli ha segnato la storia dei programmi cult. Ha scritto le pagine più belle della tv. La sua cifra, uno humour elegante

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Se n’è andato ieri a Roma Enrico Vaime, 85 anni, uno dei cervelli più geniali e sulfurei della tv italiana (non che siano mai stati molti). Professione: autore. Autore di tutto. Di musical, in ditta con un altro grande nome del teatro italiano, Italo Terzoli: Felicibumta, Anche i bancari hanno un’anima, La vita comincia ogni mattina. Di trasmissioni che hanno lasciato un graffito sulla pietra della tv italiana: Quelli della domenica (1968), Canzonissima ‘68 e ‘69, Fantastico ‘88. Di libri (tanti): Amare significa, Tutti possono arricchire tranne i poveri, Le braghe del padrone, Perdere la testa, Non contate su di me, Black Out, Quando la rucola non c’era, I cretini non sono più quelli di una volta e Anche a costo di mentire, Gente per bene. E di radio, forse la cosa che gli veniva meglio e che amava di più, come Black Out, esempio luminoso di longevità in modulazione di frequenza.

Enrico Vaime aveva uno humour caustico, ma porto con la gentilezza del maggiordomo inglese. Era, per capirci, uno che aveva lavorato con Ennio Flaiano, Zavattini, Marcello Marchesi, Bianciardi, insomma il meglio dell’intelligenza italiana del dopoguerra. E con Maurizio Costanzo. Diamante purissimo in mezzo a molti pezzi di carbone, Vaime spiccava per l’acutezza brillante delle osservazioni, delle battute, del desiderio di épater le burgeois. "Enrico Vaime era la persona più bella, colta e intelligente del mondo. Non c’è più e siamo tutti tanto più poveri", così lo ha ricordato sui social Fabio Di Iorio, anche lui talentuoso autore televisivo. Vaime era entrato alla Rai con un concorso nel 1960. Con lui erano stati promossi Liliana Cavani, Giuliana Berlinguer, Francesca Sanvitale, Carlo Fuscagni, Giovanni Mariotti, Leandro Castellani, tutti nomi che in un modo o nell’altro avrebbero fatto la storia della tv di Stato. "A quel punto hanno capito che era rischioso e non hanno fatto altri concorsi", è una delle sue innumerevoli, memorabili battute che seminava dietro di sé con la noncuranza del nobile decaduto. Per dire, questi erano gli autori che la tv italiana aveva una volta.

Piero Degli Antoni

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