Sanremo patriottico: la terza serata si è aperta con il coro dell’Arena di Verona che ha intonato Va pensiero, in pratica il secondo inno nazionale (musicalmente il primo). E, a proposito di simboli nazionali, il Festival è stato illuminato dal ritorno (dopo l’anno scorso) dell’immenso Gianni Morandi, accolto da una festosa standing ovation. Teresa Mannino, sua infervorata fan, gli ha chiesto di intonare C’era un ragazzo che come me e lui non si è sottratto. Ha avuto il tempo di scherzare: "Volete far fare il ballo del qua qua anche a me?". Poi l’abbiamo rivisto da Fiorello.
In apertura della terza serata del Festival il conduttore e direttore artistico si è tolto qualche sassolino dalle scarpe (quelle di Travolta?), come un tempo faceva il grande Pippo. "Oggi si è parlato molto di Travolta e troppo poco della straordinaria testimonianza di Giovanni Allevi". Il solitamente compassato Amadeus si è lasciato andare a una delle sue rarissime polemiche. Se l’è presa con i giornalisti che, facendo il loro mestiere, cercavano di capire qualcosa dell’affaire scarpe dell’attore americano. Piccoli sintomi di onnipotenza.
A mezza serata, mentre sfilano i 15 Big in gara nel collaudato mix 2024 di brani più dance e rap che melodici, si passa dall’ilarità al dramma, con l’intervento di Stefano Massini e Paolo Jannacci sul tema dei morti del lavoro. Massini lancia un appello: "Il lavoro è un diritto che non prevede la morte e proteggere i lavoratori è un dovere. All’Ariston abbiamo sentito tante canzoni bellissime sull’amore, ma c’è un amore di cui non si parla mai, l’ amore che dovremmo avere per i nostri diritti. I diritti stanno alla base di una parola parola molto bella che voglio far risuonare: dignità. Viva la dignità". Anche Eros Ramazzotti, dopo aver cantato l’evergreen Terra promessa si è accodato agli artisti che da questo palco hanno parlato della guerra in Israele: "Milioni di bambini vivono in zona conflitto, altri milioni non vivranno mai basta guerre... pace". Applausi anche per lui.
Questo è stato anche il festival delle mise bizzarre. Marco Mengoni si è esibito in tutte le declinazioni possibili di abiti non-abiti, e anche Mahmood, con una specie di maglia dallo scollo gigante e spalla in vista, non ha scherzato. Senza contare l’abbacinante mise corallo con strass dei Ricchi e Poveri. Pare che Fiorello non abbia digerito il diluvio di critiche che l’ha investito sui social per la sciagurata performance con Travolta (l’ha preso in giro persino Russell Crowe che ha mimato il ballo del quaqua con espressione disgustata). Sembra disinvolto ma, come tutti gli artisti, diventa molto sensibile quando viene contestato. Rintanato nel suo rifugio, si è prestato a un effimero passaggio durante il Festival: "Ama, ci stanno insultando tutti! Anche Eros ci ha preso in giro, dovevate dargli più scarpe... Se avessimo scippato due anziani fuori dalla posta ci avrebbero insultato di meno". Intanto per la protesta degli agricoltori la Rai ha deciso di far leggere, questa sera, un comunicato per superare le divisioni tra le varie associazioni, mentre i “trattori“ fanno sapere di marciare su Sanremo e negano ogni contrasto. Forse tra i cantanti troveranno anche nuove braccia da impiegare in agricoltura.