Sabato 20 Aprile 2024

Un’amicizia spezzata che vale il Leone

Andrea

Martini

In primis ricordare che Martin McDonagh è uno straordinario commediografo. Subito dopo dimenticare “Tre manifesti a Ebbing“, che l’ha reso celebre. “Gli spiriti dell’isola“ (ieri in Concorso), scritto e diretto dall’autore irlandese, devia verso altri lidi ma conserva la natura grottesca dei personaggi e lo spirito ironico che gli sono congeniali. Anni Venti, un’isola sperduta, qualche casa, poche anime, un matto, una strega, uno spaccio, un pub. La stravagante vicenda di un’amicizia spezzata s’inquadra perfettamente in un fosco paesaggio che richiama le tele di Turner. Brendan Gleeson e Colin Farrell s’incontravano tutti i giorni sulle rocce a picco sul mare o davanti a una pinta di birra. Parlare forse solo per non sentirsi soli. Il primo, più maturo e burbero non gradisce più e chiede al secondo, un’anima semplice, di lasciarlo in pace. Non c’è motivo apparente; c’è solo l’assurdo che dal profondo della psiche reclama le sue ragioni. Dialoghi sferzanti e lapidari per una commedia umana dai risvolti umoristici e paradossali che affonda le radici nella cultura del paese di Beckett e Joyce. È possibile che la Mostra abbia trovato il suo Leone: Kazuo Ishiguro, membro

di giuria, potrebbe riconoscere nel film di McDonagh qualità narrative che travalicano le immagini.

Sempre in gara ieri “Love life“, del giapponese Koji Fukada, è un sobrio melodramma che, con scrittura limpida, quasi rohmeriana, narra l’andare e venire di sentimenti di una giovane coppia la cui esistenza è funestata dalla morte accidentale del figlio. Si percepisce la sincerità e le dinamiche dell’intimità sono ben architettare, ma dalla cinematografia di Kore-eda e di Hamaguchi ci si aspetta moto di più.

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