Una Valle di sfide: non temo l’età che avanza

Anna, da Miss a star: "Il concorso oggi ha perso il suo glamour. In me convivono sogni e impegno. L’ultima fiction? Una sorpresa continua"

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di Piero

Degli Antoni

Anna Valle, lei è una delle ultime miss Italia con una carriera nel mondo dello spettacolo. Delle recenti si fa fatica a ricordare anche il nome. Cosa ne pensa?

"Oggi Miss Italia è meno glamour. A causa dei social è diventata un poco obsoleta. Oggi le ragazze hanno mille strumenti per mettersi in mostra, a cominciare da Tik Tok. La concorrenza è davvero forte, Miss Italia non è riuscita ad adeguarsi ai tempi e ha perso il suo fascino".

Su Canale 5 sta andando in onda la fiction Luce dei tuoi occhi di cui lei è protagonista. È una serie un po’ thriller un po’ melò. Inusuale per la tv italiana...

"È un ibrido inconsueto, ma la storia mi è piaciuta subito".

Lei ha debuttato da giovanissima addirittura al teatro greco di Siracusa...

"La prof di greco e latino insisté per farmi impersonare Mirrina in Lisistrata di Aristofane. Ma ero molto timida, non avevo mai sognato di fare l’attrice, anche se il cinema mi è sempre piaciuto. Solo in seguito, dopo la vittoria a Miss Italia, girando un videoclip con Gianni Morandi, ho capito che quella cosa lì mi piaceva – anche se nel video non dicevo una parola, ovviamente. E ho cominciato a studiare".

Convincerla a partecipare a Miss Italia non fu facile...

"Dopo la separazione dei miei, con mia madre ci siamo trasferiti in Sicilia, in campagna. Lei aveva un negozio a Lentini, ogni tanto le davo una mano. Il figlio di una cliente lavorava per Miss Italia, e un giorno chiese a mia madre se ero disposta a partecipare. Allora avevo 16 anni, in piena adolescenza, con tutti i problemi che comporta, e risposi di no. Ci riprovò l’anno seguente e rifiutai. La terza volta dissi di sì".

Lei è una madre tigre o chioccia?

"Direi tigre, se con questo termine si intende che sono disposta a qualsiasi cosa per difendere i miei figli".

Sua figlia ha detto che lei ogni tanto è Biancaneve, e ogni tanto la strega di Biancaneve...

"Quando mi arrabbio mi trasformo. Per esempio quando non rispettano gli accordi: magari fai i salti mortali per accompagnarli o andarli a prendere dopo un allenamento, e loro non rispettano gli orari. Oppure l’attenzione per i limiti nell’uso dell’ipad e degli altri strumenti elettronici".

Perché si definisce una donna aquilone?

"Sono molto pratica ma anche molto aerea. Sono sognante, ma sempre con un filo attaccato a terra".

Ha detto che la sfida di nuove esperienze la affascina: dal corso di guida su ghiaccio in Finlandia a un giro di mille chilometri in Harley Davidson sui passi alpini...

"Sì, ma non guidavo io. Era un raduno che si chiamava “Palle quadre“ (ride)".

I suoi genitori si sono separati quando lei aveva 13 anni. Come ha reagito?

"Ce ne hanno parlato quando la decisione era stata presa, anche se in realtà noi l’avevamo già percepita nell’aria. Sono stati bravi perché non ci hanno mai traumatizzato, ci hanno spiegato che il loro amore per noi non sarebbe cambiato. Al momento però io sono scappata in bagno e mi sono chiusa dentro, in uno spontaneo ma infantile tentativo di sfuggire alla cosa: se mi nascondo magari non succede".

A cosa è sopravvissuta?

"Non credo di aver incontrato avvenimenti che mi hanno messo così duramente alla prova, ostacoli così insormontabili". Una curiosità: nel 2000 lei ha interpretato una fiction di fantascienza in Germania, Aeon. Come è finita a recitare là? E come se la cavava con la lingua?

"Era una coproduzione italo-tedesca e io rappresentavo la quota italiana. Abbiamo girato a Monaco. Recitavo in inglese e poi naturalmente sono stata doppiata. Avevo però una dialogue coach che mi seguiva incessantemente, perché la cosa più difficile, con una lingua così diversa, era capire quando gli altri attori finivano la loro battuta e io dovevo pronunciare la mia!".

Come fronteggia l’età che avanza?

"Un po’ non ci penso, un po’ ci ragiono razionalmente. Per il momento non è un cruccio. Dobbiamo fare i conti con il passare del tempo, l’importante è farlo bene".

Pro o contro la chirurgia estetica?

"Il mio terrore è, dopo, di non riconoscermi. Parlo dei ritocchi al viso: la paura è quella. Sarebbe più destabilizzante di qualche ruga. Per ora non ci penso, non l’ho programmato. Ma non lo escludo né critico chi ci ricorre, ognuno deve stare bene con se stesso".

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