Mercoledì 24 Aprile 2024

Un perenne sperimentatore

Maurizio Lombardi ha sempre l’esigenza di trovare storie da ’C’era una volta...’ per misurarsi con la professione che ama

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Piero Messina, il regista di ’L’ora - Inchiostro contro piombo’, gli ha proposto una bella sfida. Il giornalista Marcello Grisanti si esprime infatti attraverso un laringofono. "La scommessa era far diventare credibile un fake clamoroso. Mica potevo parlare col laringofono veramente. Allora abbiamo cercato e trovato una chiave per rendere plausibile una cosa totalmente inventata. Per me è stato come quando a scuola ti danno un esercizio nuovo che non hai mai fatto e trovi la soluzione". Maurizio Lombardi, del resto, del mettersi alla prova, esplorando un futuro sconosciuto ma col bagaglio delle esperienze già maturate è un fan sfegatato. Tanto da usare la parola “erotismo“ per spiegare la voglia di navigare nel mistero di ciò che avverrà, di sondare l’attesa... "Come nel saggio ’Frammenti di un discorso amoroso’ di Roland Barthes...".

Da dove nasce questa passione per la recitazione?

"Non ho mai saputo cosa fare nella vita, non amavo l’alcol, né le droghe per cui la vita da bohèmien non mi apparteneva, però facevo ridere, sapevo imitare i prof e un giorno mi sono chiesto: “Vuoi vedere che mi piace fare l’attore?“ E la folgorazione avvenne in parrocchia quando mettemmo in scena il musical “Forza Venite Gente” che racconta la storia di San Francesco".

Maestri?

"Ugo Chiti. Frequentai un suo laboratorio poi mi scelse per ’Quattro bombe in tasca’ ed entrai nella sua Arca Azzurra".

Cos’ha il teatro che manca al cinema e viceversa?

"Sono complementari. Se il teatro è pittura, il cinema è fotografia. La pittura è più faticosa, più fisica, ma anche la foto è rappresentazione di qualcosa. Io sono partito da un amore totale per il cinema, poi con l’andare del tempo mi ha conquistato il teatro".

Che però adesso è un po’ uscito dai suoi radar...

"L’ultima produzione grossa è stata ’The Pride’ con Luca Zingaretti, ma avrei una gran voglia di tornare in tournèe, di girare l’Italia in macchina, di arrivare in una città a scoprirne il teatro e i ristorantini. Ma di teatro non si campa, almeno da noi".

Dove sta il vulnus?

"Il nostro teatro è stato distrutto negli anni Settanta. Avevamo una grande scuola già prima di Eduardo, ma con l’avvento del teatro di ricerca si è tolta potenza senza aggiungere nulla. Anche giganti come Carmelo Bene o Leo de Berardinis sono rimasti degli unicum. In Inghilterra invece la tradizione è stata arricchita dal Novecento, da noi è stato tutto distrutto e non più ricostruito. A me piacciono le storie da ’C’era una volta’ e a teatro ci può essere più cinema che al cinema stesso. Il teatro è live, vedi l’attore in carne e ossa".

Però Stefano Massini di recente ha vinto il Tony Award, l’Oscar del Teatro, per Lehman Trilogy...

"Un unicum. Da noi non ci sono festival per gli script, ci sono sempre i soliti parrucconi a dettare legge.... Solo Il Teatro Vascello - La Fabbrica dell’attore fa ricerca vera".

Al cinema invece ha anche recitato di recente con una musa come Fanny Ardant....

"Bellissima, da uscirci a cena subito. Sono suo marito in “Amusìa“, faccio il compositore ma nostra figlia è colpita da una sindrome che trasforma ogni suono in rumore molesto. Il regista, Marescotti Ruspoli, è fiorentino come me e abbiamo la passione comune per il tennis".

Tra i ruoli finora ricoperti per quale vorrebbe essere ricordato?

"Non ho un personaggio iconico da mettere in bacheca, ma preferirei essere ricordato per il mio modo di lavorare, per l’approccio al mestiere".

Ha amici nell’ambiente?

"Registi come Stefano Lorenzi, Alessandro Pondi ma anche giovani attori di belle speranze, tutti cavalli di razza. In generale però cerco di non frequentare gli attori fuori dai set".

Si riconosce nel canone del fiorentino bizzoso e fumantino?

"Il mio terrore è essere ingombrante forse perché sono un metro e 93, ho il faccione, il vocione e mi sento come un elefante in una cristalleria. Dal punto di vista temperamentale sono un toscano feroce, ma non polemico, che alcuni amici pratesi sono riusciti ad ammansire, ad addolcire pur rimanendo preda di rabbie tremende e mantenendo uno spirito fortemente battagliero".

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