"Un’ora sola vi vorrei, per sorridere insieme".Brignano riparte nel segno del gran varietà

Al via martedì su Raidue il "one man show" con 70 spettatori in sala. "Basta con il politicamente corretto"

Enrico Brignano

Enrico Brignano

Un’ora può bastare, non c’è bisogno di tirarla tanto per le lunghe. Ne è convinto Enrico Brignano che propone un one man show rigorosamente contenuto in sessanta minuti, per cinque martedì a partire da domani, in prima serata su Raidue. Titolo: Un’ora sola vi vorrei.

Brignano, come sarà il suo show?

"Uno show un po’ all’antica, di un’ora soltanto, come i gran varietà di una volta, fatto assolutamente rivoluzionario visto che da anni vanno oltre la seconda e la terza serata, e talvolta anche oltre il tg della notte. Un fatto deleterio per il varietà. Noi cerchiamo di rimanere entro i ranghi di un’ora, come spieghiamo anche con il titolo, parafrasando una canzone del 1938".

Il titolo è lo stesso dello spettacolo che stava portando in tournée e che ha dovuto interrompere per il lockdown.

"Il titolo è lo stesso ma lo spettacolo è completamente diverso, può stare tranquillo chi aveva comprato il biglietto. A teatro, poi, il mio spettacolo dura tre ore perché penso che debba essere ricompensato chi decide di affrontare quella spesa, non indifferente per chi porta tutta la famiglia. E quindi cerco sempre di dare il massimo come se fosse l’ultimo spettacolo che faccio".

Cosa proporrà in un’ora?

"Ci saranno i miei monologhi ma non sarò solo nello Studio 8 di via Tiburtina, ci saranno anche otto ballerini, una band e degli ospiti, a cominciare domani sera da Malika Ayane. I miei monologhi toccheranno l’attualità, stando attenti al linguaggio, che non deve essere educativo ma nemmeno trash. Registrando la sera prima della messa in onda per garantire una maggiore qualità, siamo costretti, per essere sempre sul pezzo, a ritoccare il copione fino all’ultimo. Capita di doverlo riscrivere fino a quindici volte. Niente satira politica, che non è nelle mie corde, ma satira di costume, quella sì. E certo domani sera non potremo ignorare il risultato del referendum. Ho già pronto un monologo in caso di vittoria del sì e un altro in caso di vittoria del no".

Enrico Vanzina è stato attaccato solo per un titolo, Lockdown all’italiana, e una locandina. È più difficile di questi tempi far ridere?

"Era così anche prima del lockdown. Non è stata la pandemia a rendere più difficile il lavoro del comico ma il politicamente corretto. Ci sono sempre polemiche e proteste da parte di qualche associazione magari per una parola sbagliata. Tutti abbiamo negli occhi le scene più drammatiche di Bergamo, ma abbiamo visto anche i negazionisti e chi dice che non ce n’è coviddi. È una giungla di proclami, tuttavia esiste sempre una via per far ridere. Il momento è delicato ma credo che cercare di far sorridere non sia una missione impossibile. Stiamo attenti, ma quando c’è da dire qualcosa, dobbiamo dirla. E se dovesse essere polemica, che sia".

In studio ci saranno 70 spettatori, distanziati, come ha previsto la ITV Movie, che produce il programma per la Rai (a differenza dei programmi direttamente prodotti dalla Rai, dove non ci sono spettatori).

"Per uno spettacolo comico il pubblico è fondamentale. Saranno 70 a puntata, scelti tra i miei fan di Instagram. Sarà un po’ come tornare ai miei esordi. Quando al teatrino dell’Orologio avevo 76 spettatori, in famiglia brindavamo. Comunque spero che gli spettatori da casa siano molti di più".

 

 

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