Giovedì 25 Aprile 2024

Un filo di trucco per restituire dignità alle senzatetto

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di Letizia Cini

Un filo di trucco per restituire dignità alle senzatetto: Irene Scaringi ha dato il via a un progetto dedicato alle donne senza fissa dimora. "Per trasformare la piega amara delle loro labbra in un sorriso", spiega la la make-up artist pugliese che ha messo a disposizione di queste signore invisibili dieci anni di esperienza professionale. Il risultato? "Gli occhi parlano per loro", prosegue l’ideatrice del progetto ’street make-up’ dedicato appunto alle donne senza fissa dimora di Bari, in collaborazione con l’associazione Incontra.

Soddisfatta, Irene?

"Vedere negli sguardi di queste signore dall’aspetto trasandato tanta emozione, lo stupore di riscoprirsi belle e curate ha rafforzato in me la convinzione che la strada imboccata sia quella giusta. E il buon esempio serve; alla prima uscita organizzata il 17 ottobre scorso, ne seguiranno molte altre. Una al mese qui a Bari sempre in collaborazione con Incontra, e probabilmente non solo in Puglia. Il progetto sembra destinato a decollare".

Com’è nata l’idea, apparentemente bizzarra, di truccare donne che hanno già difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena?

"Ho 32 anni ed ho sempre girato molto per lavoro: passando da stazioni, giardinetti, sottopassaggi e gallerie, non sono mai riuscita a distogliere lo sguardo imbattendomi nei clochard che trovano rifugio in questi angoli nascosti di ogni città. Persone abituate a essere ignorate, delle quali la società sembra vergognarsi. Incrociandole, la prima reazione è voltare lo sguardo dall’altra parte".

Quindi?

"Volevo andare oltre la solita monetina e mi sono chiesta… “cosa posso fare?“. Non sono ricca, ma brava del mio lavoro. Così, appoggiandomi all’associazione Incontra di Bari, ho deciso di essere io ad andare verso questa umanità dimenticata e fare qualcosa di concreto per loro".

Trucco e parrucco…

“Esattamente, ma anche comprensione, rispetto, empatia. Abbiamo attrezzato un angolo in una piazzetta di Bari e, con una mia collaboratrice che si è occupata dei capelli, abbiamo trasformato alcune senzatetto che hanno deciso di affidarsi alle nostre cure. E che si sono riscoperte belle".

Avete condiviso anche il perché della loro scelta di vita?

"Sarebbe presuntuoso credere che basti un’ora per scardinare la diffidenza accumulata in anni di vita ai margini: si tratta di donne che hanno subito violenze, accusato il peso di problemi familiari enormi. Sono stati gli occhi lucidi davanti allo specchio a parlare per loro. Vedersi con un aspetto perduto da anni, con la piega fatta e il rossetto, le ha fatte sentire persone diverse, come intuissero che qualcosa può cambiare da un momento all’altro".

La speranza di un ritorno alla normalità?

"Perché no? Intanto le troveremo sicuramente lì ad aspettarci, ora a novembre: non riuscivano a credere che qualcuno potesse occuparsi (ovviamente gratis) dei loro capelli non certo pulitissimi, dei loro visi stanchi e provati da anni di vita all’aperto. Invece è stato così e ora tantissimi altri colleghi mi stanno contattando per chiedermi come fare. L’obiettivo? Creare una rete nazionale di ’street make-up artist’ dedicati agli invisibili".

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