Giovedì 25 Aprile 2024

"Un film a sua insaputa" Elisabetta illumina Vittorio

"Mio fratello è molto contento di quest’opera ma non si è reso conto di nulla". L’atto d’amore (e di cinema) della sorella per i settant’anni dell’intellettuale

Vittorio ed Elisabetta Sgarbi

Vittorio ed Elisabetta Sgarbi

Vittorio Sgarbi sfila sul ponte della Stradivari navigante lenta nella corrente verso il Delta aureo e avito del Po con la mascherina di Zorro, ma nel confuso labirinto di gente che gli codazza dietro, lo circonda, lo definisce, l’adula, ironizza, affetta o complimenta, sembra più una fatina birichina e imbarazzata a cui una bacchetta magica servirebbe per volare via. D’altra parte lui è fuori dal tempo, e ci sta bene, come dice il titolo del film che la sorella Elisabetta gli ha dedicato documentando a suo modo ben due feste di compleanno per i 70 anni del fratello sadicuccio che, lei bambina, la portava al cimitero per vedere che effetto che fa la paura sulla sorellina, futuro impavido grande editore, editora ed editrice.

Il film Vittorio – in un tempo fuori dal tempo, presentato ieri al Torino Film Festival, poteva diventare una sorta di "identificazione di un intellettuale e politico italiano" dove, a rischio di prosopopea volontaria o involontaria, tra schiette sintesi di personalità ("è uno str... ma gli voglio bene") sfilano settanta voci, settanta battute, una per anno, tra il notaio di famiglia e l’editore Cairo, il factotum di casa Sgarbi e lo stilista Dolce, Sallusti raggiante e Bergomi sornione, Toscani refrattario e la fidanza storica impacciatina.

Succede però che la regista è sorella, e la sorella è regista, vera (ma da ragazzini giocavano un po’ a fare teatro?), così un’invenzione semplice, di quelle che sembran semplici, ma condizionano la prospettiva delle cose, rimette in gioco il girotondo. A ogni rapido saluto navigante nell’inquadratura entra in campo di spalle lei, macchiando di fucsia, un giubbino di pelle o un filato, la testimonianza, ingombrando l’immagine, oscurando il volto del testimone, riducendo a forma le parole, che son sempre troppo e troppo poco, e la forma a un timbro simpatico, smorzante, affettuoso, esoterico in misura parentale, evidentemente parentale: non si celebra Vittorio senza Elisabetta.

È in fondo il binomio che accompagna da decenni questa fratellanza e l’esposizione pubblica del loro affetto, lasciandoci pensare che ognuno di noi potrebbe fare un film per amore. "È molto contento Vittorio – dice Elisabetta Sgarbi –, ma non si è reso conto di nulla. Qualche settimana fa mi ha telefonato e mi ha detto: “a te che piace tanto il Tff lo sai che c’è un film su di me?“. È vero, non ha avuto la minima percezione della mia strategia o di quello che io ho pensato. Gli ho mandato ripetutamente l’invito perché è distratto, e poi l’altra notte alle 3 mi ha chiamato e mi ha chiesto: “Ma c’è anche la conferenza stampa?“. Glielo avevo detto cento volte... Spero che venga e che non dorma, perché in ogni occasione in cui si spengono le luci, Vittorio si addormenta. Chissà se resiste davanti a se stesso...".

 

 

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