Giovedì 25 Aprile 2024

'Un eroe', al cinema il film candidato all'Oscar 2022

Ha vinto un premio importante al Festival di Cannes ed è stato recensito con toni entusiasti: esce nelle sale italiane il 5 gennaio

Foto: Memento Films/Amirhossein Shojai

Foto: Memento Films/Amirhossein Shojai

Asghar Farhadi è indubbiamente uno dei cineasti iraniani contemporanei più apprezzati al mondo, autore di film come 'Una separazione' e 'Il cliente' che hanno conquistato premi nei Festival e giudizi entusiasti da parte della critica: 'Un eroe' è il suo lavoro più recente e conferma lo status di Farhadi. Ha infatti vinto il Gran premio speciale della giuria al Festival di Cannes (a pari merito con 'Scompartimento n. 6') ed è il candidato dell'Iran per l'Oscar 2022 assegnato al migliore film internazionale. Attualmente è entrato nella shortlist, insieme al nostro 'È stata la mano di Dio', e ha ottime possibilità di conquistare la cinquina finale delle nomination. Insomma, è un lungometraggio che vale la pena guardare, approfittando dell'uscita nelle sale cinematografiche italiane fissata per mercoledì 5 gennaio.

'Un eroe', tutto sul film

La trama ruota attorno a un uomo, Rahim Soltani, che si ritrova con un debito che non può onorare e viene condannato a tre anni di prigione. Approfittando di un permesso di due giorni cerca di convincere il suo creditore a ritirare la denuncia, ma il fato gioca le sue carte e gli scombina i piani, complice una borsa piena d'oro. Da un momento all'altro Rahim diventa un eroe, ma i suoi tentativi di provare la propria buona fede non otterranno il successo sperato. 'Un eroe' è un dramma sociale scritto e diretto dal 49enne Asghar Farhadi, al suo nono lungometraggio e dopo una carriera iniziata con le serie TV, a cavallo fra gli anni Novanta e i Duemila. Per dare corpo al suo ultimo lavoro, Farhadi ha affidato il ruolo protagonista al connazionale Amir Jadidi, praticamente sconosciuto qui da noi ma già molto apprezzato in patria.

Il trailer

Le recensioni, cosa nel pensa la critica

In linea di massima la critica è rimasta più che soddisfatta e ha salutato il ritorno di Asghar Farhadi in patria come un rilancio della sua carriera, dopo i poco convincenti film internazionali 'Il passato' e 'Tutti lo sanno'. La media voto su Metacritic, un eccellente 80/100, è stata raggiunta grazie soprattutto al rigore morale con il quale Farhadi mette in scena il groviglio kafkiano che si stringe attorno al protagonista. Ha molto convinto anche il discorso sulla società iraniana, osservata con grande pessimismo.

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