Martedì 23 Aprile 2024

Un Caffè storico pieno di idee

Giovanni

Morandi

Passatempi d’agosto. Qualcuno penserà che “Il Caffè”, ovvero la testata che leggete qui sopra, sezione della cultura, spettacolo e società del giornale, indichi la bevanda, che tanto ci è mancata nei mesi dei bar chiusi. Nome magico e pieno di significati, il caffè, perché indica non solo un sapore incomparabile ma anche una pausa, un’attrazione intensa ma fugace, una parentesi che aiuta, che concilia, che genera sentimenti. Quanti amori sono nati dopo l’invito: ci prendiamo un caffè? Il caffè è il ritmo del giorno e uno stile di vita, lo stile italiano. Ma non sempre.

Il nostro “Caffè“, testata che se non sbaglio ha più di vent’anni, è tutto quello che volete sia, ma è anche un pezzo di storia che risale al Settecento. Ovvero al giornale fondato da un gruppo di illuministi, non parrucconi ma aperti al nuovo, che a Milano frequentavano la casa di Pietro Verri, filosofo economista e altro ancora, che si trovava nell’attuale via Montenapoleone, ed era il ritrovo dell’Accademia dei pugni, chiamata così perché non sempre le discussioni finivano in modo pacifico.

Il periodico fu fondato dal Verri e da suo fratello Alessandro e lo chiamarono “Il Caffè“ perché era una parola di moda per la crescente diffusione dei locali pubblici. Un giornale per affamati di nuovo e gli spunti degli argomenti di cui si occupava venivano raccolti proprio dalle chiacchiere che si facevano al caffè Demetrio, tra illustri avventori come Cesare Beccaria. Così il meglio dei pensieri veniva scelto e finiva sulle colonne del giornale, che, nonostante sia vissuto solo due anni, è riuscito a farsi ricordare in un giorno d’estate di un lontano futuro.

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