Venerdì 19 Aprile 2024

Le braccia corte del tirannosauro? Un modo per sfuggire ai morsi "amici"

Le minuscole zampe anteriori erano deboli e inutilizzabili, ma avevano un vantaggio: erano molto difficili da addentare

Il Tyrannosaurus rex, un gigantesco predatore dalle braccia core

Il Tyrannosaurus rex, un gigantesco predatore dalle braccia core

Le braccia corte e sproporzionate del Tyrannosaurus rex sono un enigma evolutivo che alimenta da tempo il dibattito scientifico, in parte anche per lo status iconico di cui gode il gigantesco carnivoro nell'immaginario popolare. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che, per quanto minuscole, le appendici fossero in realtà delle affilate armi da taglio; per altri si trattava invece di un sostegno modesto ma prezioso per fare presa durante l'accoppiamento. Una nuova teoria pubblicata sul Acta Paleontologica Polonica azzarda tuttavia qualcosa di diverso, ossia che le ridottissime dimensioni degli arti anteriori riducessero il rischio di morsi accidentali da parte di altri T. rex affamati.

Semplicemente… inutilizzabili

Il biologo dell'Università di Berkeley Kevin Padian ha sposato questa idea dopo avere analizzato uno dei fossili di T. rex più completi in circolazione, scoperto in Montana nel 1988 e noto in ambito accademico con il nome in codice 'MOR 555'. Le dettagliate misurazioni condotte sulle ossa dell'animale preistorico, si legge nel documento, suggeriscono che le sue braccia fossero troppo piccole e deboli per supportare qualunque tipo di funzione ipotizzata in precedenza. Per avere un metro di paragone, è come se un essere umano poco più alto un metro e 80 avesse delle braccia lunghe 12 centimetri. Di conseguenza, dice Pandian, è preferibile considerare la riduzione degli arti anteriori come conseguenza secondaria della selezione naturale, i cui vantaggi risponderebbero "a uno scopo più ampio".

Morso "amico"

Secondo il paper, per comprendere il senso degli arti superiori ridotti a moncherini, bisogna immaginare un gruppo di tirannosauri adulti che si gettano sulla stessa carcassa, cosa che accade anche tra i carnivori moderni. "Hai un mucchio di teste enormi, con mascelle e denti incredibilmente potenti, che squarciano e masticano carne e ossa proprio accanto a te", scrive Pandian. "Se l'amico che ti sta accanto pensa che stai diventando un po' troppo invadente, potrebbe metterti in guardia tranciandoti il braccio". La conclusione di tale ragionamento è che "il rischio di ferite, amputazioni, infezioni, malattie e infine morte" abbia esercitato una pressione selettiva in favore degli esemplari che possedevano delle braccia extra small "dal momento che non erano comunque utili nella predazione".

In cerca di prove

Per quanto verosimile, quella di Pandian rimane una speculazione priva di riscontri davvero oggettivi. L'autore suggerisce la possibilità di andare in cerca di prove ad esempio verificando se sulle ossa delle braccia dei T. rex i segni di morsi siano numericamente inferiori rispetto quelli riscontrabili sulle altre parti del corpo.

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