Giovedì 18 Aprile 2024

Tutta la vita “dalla parte delle bambine“

Morta a 93 anni la pedagogista Elena Gianini Belotti. Nel 1973 il suo libro svelò il sessismo nell’educazione familiare e scolastica

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di Silvia Gigli

Nel 1973, anno di uscita del libro di Elena Gianini Belotti, a scuola si indossava il fiocco rosa, se femmine, azzurro se maschi. Nessuno lo metteva in discussione, ignorando che un secolo prima era tutto il contrario e gli uomini si vestivano di rosa. Oggi che a 93 anni è scomparsa l’illuminata pedagogista e studiosa femminista che con il libro Dalla parte delle bambine (Feltrinelli) aprì un meraviglioso varco verso l’indipendenza femminile, siamo tutti più poveri di un pensiero audace e indipendente, volto alla giustizia e alla parità tra uomini e donne, a partire dalla loro più tenera età.

"Le radici della nostra individualità – scriveva Gianini Belotti – ci sfuggono; altri le hanno coltivate per noi, a nostra insaputa". Ovvero, spiegava con chiarezza nel suo saggio, "la tradizionale differenza di carattere tra maschio e femmina non è dovuta a fattori “innati“, bensì ai “condizionamenti culturali“ che l’individuo subisce nel corso del suo sviluppo". "Scrivo “dalla parte delle bambine“ – continuava – perché questa situazione è tutta a sfavore del sesso femminile. Non esistono qualità “maschili“ e qualità “femminili“, ma solo qualità “umane“".

Mancherà a tutti questo pensiero limpido e privo di schemi. Soprattutto oggi che le bambine sono al centro di un frullatore di input pubblicitari e familiari e ne escono ipersessualizzate a pochi anni di età.

Nata nel 1929 a Roma da genitori di origine bergamasca, Elena aveva iniziato a lavorare a 16 anni come dattilografa e a collaborare con riviste femminili. Ma la vera passione era l’infanzia. Fu dapprima studentessa e poi diplomata alla “Scuola assistenti infanzia Montessori“. Alla scuola Montessori rimase ad insegnare la pratica montessoriana dell’osservazione e degli interventi educativi.

Nel 1960, la svolta, con la fondazione, a Roma, del Centro Nascita Montessori, primo in Italia ad occuparsi della preparazione delle future madri al parto e alla cura dei neonati, che lei guidò per vent’anni. Lì le gestanti venivano preparate psicologicamente e praticamente al compito di madri rispettose dell’individualità del bambino.

Dal lavoro negli asili con i bambini al di sotto dei tre anni e dall’osservazione dei loro comportamenti, diversificati secondo il genere, nacque il suo libro, un testo che ha avuto 57 edizioni per più di 600.000 copie e traduzioni in 15 lingue. "La bambina vivace ed esuberante non rientra negli stereotipi – scriveva –. Il maschio spacca tutto è accettato, la femmina no. La sua aggressività, la sua curiosità, la sua vitalità spaventano e così vengono messe in atto tutte le tecniche possibili per indurla a modificare il suo comportamento".

Elena Gianini Belotti non aveva mai smesso di lavorare. Dalla collaborazione con giornali e riviste, tra cui Paese sera e Noi Donne, alla scrittura di saggi e romanzi. Tra i suoi libri Che razza di ragazza (1979), Prima le donne e i bambini (1980); Non di sola madre (1983); Educazione dalla nascita (1983). Il fiore dell’ibisco (1985, Premio Napoli) è il romanzo in cui afferma che "i talenti delle donne vanno smarriti nella fatica quotidiana di pensare, organizzare".

Seguono Amore e pregiudizio. Il tabù dell’età nei rapporti sentimentali (1988); Adagio un poco mosso (1993), una raccolta di sette racconti su "vecchie signore solitarie"; Pimpì oselì (1995), scorcio dell’Italia nel periodo fascista, visto con gli occhi di una bambina; e ancora Voli (2001) per il quale ebbe il Premio speciale al Rapallo e Prima della quiete. Storia di Italia Donati (2003, Premio Grinzane Cavour, Premio Viadana, Premio Maiori), che racconta la storia di una maestra toscana suicida per le persecuzioni degli abitanti del suo paese.

Pane amaro. Un immigrato italiano in America (2006) è dedicato al padre che nel 1913 emigrò negli Usa. Ha scritto anche la prefazione a Ancora dalla parte delle bambine di Loredana Lipperini (2007), aggiornamento dei temi trattati 35 anni prima. Temi che, oggi più che mai, sono indispensabili e rivoluzionari.

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