Sviluppato in Italia il raggio laser che scopre le cellule tumorali nel sangue

Scienziati del nostro Cnr hanno messo a punto una nuova tecnologia che potrebbe presto rivelarsi fondamentale per la lotta ai tumori

Le cellule tumorali vanno in circolo nel sangue

Le cellule tumorali vanno in circolo nel sangue

Un gruppo di ricercatori italiani del Cnr (il nostro Consiglio nazionale delle ricerche) ha annunciato di aver messo a punto “un raggio laser” che in un prossimo futuro potrebbe rivelarsi un’arma fondamentale per la lotta ai tumori.

Combinando nuove tecnologie di imaging, gli scienziati dell’Istituto di endocrinologia e oncologia sperimentale “G. Salvatore” (Cnr-Ieos) e dell’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti (Cnr-Isasi) di Napoli hanno sviluppato un sistema di radiazione laser che, analizzando tanto la luce che attraversa le cellule quanto il loro metabolismo, consente l’identificazione delle cellule tumorali circolanti nel sangue (CTC).

Le cellule tumorali vengono 'tradite' dal glucosio

Le cellule CTC, già identificate dalla ricerca come più che probabili responsabili della diffusione delle metastasi nell’organismo, hanno origine da tumori solidi e vanno quindi in circolo nel sangue periferico: essendo però presenti in quantità minime, risultano difficili da individuare e quindi eliminare con i farmaci attualmente disponibili. Da qui l’importanza della nuova risorsa diagnostica messa a punto dagli scienziati italiani e presentata in un articolo scientifico sulla rivista Frontiers in Bioengineering and Biotechnology.

Le cellule tumorali hanno la capacità di assimilare grandi quantità di glucosio, fino a dieci volte più velocemente di quanto facciano le cellule normali. Abbiamo utilizzato la microscopia Raman per studiare l’assorbimento delle molecole di glucosio da parte delle cellule tumorali e osservare il loro metabolismo. Si tratta di un sistema di radiazione laser con il quale vengono illuminate le molecole, che ci permette di identificarle in maniera univoca, senza utilizzare particolari marcature”, spiega Alberto Luini, ricercatore associato del Cnr-Ieos, in una nota diffusa dal Cnr.

Per screening, diagnosi precoce e cure mirate contro i tumori

Realizzata grazie al sostegno di Fondazione Airc per la ricerca sul cancro e della Regione Campania, la nuova tecnologia deve ora essere validata da specifici studi clinici, ma i dati raccolti durante la sperimentazione indicano che potrà rivelarsi assai preziosa per la diagnosi precoce (semplificando anche gli screening sulla popolazione) e per impostare terapie mirate, monitorando con precisione lo sviluppo del tumore e la comparsa di eventuali recidive.

“Questo approccio pone le basi per lo sviluppo di un nuovo metodo di isolamento delle cellule tumorali, semplice e universalmente applicabile. La raccolta e la coltura in vitro delle CTC, inoltre, ci consente di esaminare le loro caratteristiche genetiche e biochimiche e valutare la sensibilità a farmaci specifici”, afferma nella medesima nota Giuseppe Coppola, ricercatore del Cnr-Isasi.

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