Martedì 23 Aprile 2024

Trame nere, droga, mafia e delitti passionali Il “cold case“ della filologa nella Sicilia anni Settanta

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Ci mancava (in senso buono) la filologa che indaga. E così torna Rosa Lentini dopo quattro anni, di nuovo alle prese con quelli che ormai definiamo con un anglicismo (che irrita la stessa Lentini): cold case. 1974, Sicilia, vengono uccisi prima un ingegnere e poi una giovane giornalista che indagava sull’omicidio dell’ingegnere. C’è un testo e un contesto, ma qui più che Sciascia vengono in soccorso i rudimenti della filologa di professione.

Il contesto è animato da trame nere, destra eversiva, traffico di droga, mafia in trasformazione. E c’è un testo che parla, neanche a farlo apposta, di delitti passionali. Come da tradizione. Rosa viene chiamata in causa come nel precedente caso della parrucchiera di Pizzuta, dall’ex comandante dei carabinieri Ciccio Drago. Rosa che la filologa la fa a Milano, torna nella sua Sicilia, portandosi appresso la signora Evelina, sua mamma, arzilla ottantenne.

Le indagini familiari, come nel caso della fortunata serie di Roberto Alajmo, sono un ottimo espediente narrativo per dare nuova linfa al giallo. Nino Motta – che è poi lo pseudonimo di Paolo Di Stefano (foto) – riesce a intrecciare bene passato, presente e il metodo investigativo di questo trio (figlia, mamma ed ex comandante dei Carabinieri) tutt’altro che improvvisato.

Matteo Massi

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