Martedì 23 Aprile 2024

Tra amicizia e amore, le donne di Pasolini

Cento anni fa nasceva il poeta. Mamma Susanna, la travolgente Laura Betti, il colpo di fulmine con Maria Callas, l’intesa con Elsa Morante

Migration

di Lorenzo Guadagnucci

Nico Naldini, che di Pier Paolo Pasolini era cugino oltre che intimo amico, ha raccontato in Breve vita di Pasolini (Guanda editore) come arrivò a Susanna, la madre del poeta, la notizia dell’uccisione del figlio all’idroscalo di Ostia. Era domenica 2 novembre 1975: "Le urla di Susanna trapassavano i muri. Laura percorreva il soggiorno a larghi passi. Aveva convocato il suo medico per assistere Susanna al momento di darle la notizia. Distribuiva pillole di Tavor, stava entrando in un nuovo personaggio". C’è molto della vita di Pasolini in quest’istantanea relativa alla sua morte. Susanna e Laura Betti, le donne più importanti della sua esistenza, interrotta a 53 anni (era nato cento anni fa, il 5 marzo). Due donne profondamente diverse fra loro: la madre intrisa di rispettabilità borghese, con la quale sempre convisse in un rapporto più che filiale, diciamo pure d’amore; Laura l’istrionica attrice e cantante, spesso sopra le righe, “la giaguara” delle cronache mondane, l’unica donna che riuscì a entrare fra le mura domestiche di casa Pasolini, a conquistare la simpatia di Susanna, grazie (anche) ai frequenti ritrovi a tavola la domenica a pranzo, nelle trattorie sull’Appia Antica.

E tuttavia non si capisce la parabola di Pasolini, la sua passionale esistenza, la sua stessa figura di uomo e intellettuale, senza considerare anche altre donne che gli furono vicine. Persone come Silvana Mauri, conosciuta ai tempi dell’Università a Bologna, alla quale scrisse una volta: "Tu sei la sola donna verso cui ho provato e provo qualcosa che è molto vicino all’amore". A Silvana si trovò a spiegare "certe mie remore, certe mie incomprensioni, certe mie provvisorietà e false innocenze che forse (dico forse) ti hanno fatto male", esplicitando la propria omosessualità.

Enzo Siciliano, nella sua Vita di Pasolini (Giunti editore) parla anche di un’altra donna, di un’altra amicizia amorosa: Mirella, amica di Giuseppe Zigaina, pittore e amico fraterno di PPP, con la quale ci fu un incontro erotico mancato: "Pier Paolo – scrive Siciliano – la rovesciò sul letto. La spogliò. Mariella si lasciò toccare, ma non ebbe il coraggio di toccarlo. La foga di quel giovane uomo di trent’anni era virile: ma non era tutto".

La fisicità e l’erotismo erano per Pasolini un aspetto essenziale della vita: sul piano esistenziale, ma anche artistico e letterario. Le sue poesie, i suoi romanzi, tutti i suoi film ne sono espressione. Ma non potevano, le donne, superare lo schermo dell’omosessualità, varcare la soglia dell’intimità. Sembrò, a un certo punto, che Maria Callas quella soglia l’avesse superata. Pasolini aveva preso – su consiglio del produttore – più che scelto la diva come protagonista per il suo film Medea, del 1969.

PPP frequentava poco l’opera, non aveva familiarità con la lirica, ma fra i due fu come un colpo di fulmine. Si stabilì un legame che andò ben oltre il set e durò per anni, fra lunghissime telefonate Roma-Parigi (dove la Callas all’epoca viveva), vacanze insieme nella Grecia in mano agli omofobi colonnelli, viaggi in Africa e altrove. Un rotocalco pubblicò una foto in cui il regista e la cantante parevano baciarsi e si parlò per qualche tempo di una love story fra i due. Ma è impossibile classificare relazioni così ricche di sfumature: un insieme di amore, amicizia, passione intellettuale. Grazie alla Callas, sostiene Naldini, Pier Paolo riscoprì la passione per la pittura e realizzò una serie di profili di lei ottenuti con succo di fiori e collage di petali appassiti; a Maria dedicò un ciclo di poesie.

La più grande amica di Pasolini, secondo Enzo Siciliano, fu tuttavia Elsa Morante, conosciuta all’inizio degli anni ‘50, poco dopo l’arrivo a Roma dal Friuli, e poi frequentata insieme al marito di lei, Alberto Moravia. Con Elsa non c’erano né passione né amicizia amorosa: semmai un’unione spirituale. Pier Paolo stimava oltremisura la scrittrice e teneva in alta considerazione i suoi giudizi. Elsa lo rimproverò quando Pier Paolo, appresa la notizia che il “suo” Ninetto Davoli si sarebbe sposato, entrò in uno stato di turbamento prossimo alla disperazione; lui replicò in versi: "Elsa non ha capito certamente che io potevo morire; o che ero così debole da desiderare d’essere consolato, o trattenuto come un pazzo".

Laura, Elsa, Maria, ma sopra tutte Susanna, la madre con la quale fuggì da Casarsa dopo lo scandalo (l’omosessualità divenuta pubblica) che gli costò il posto d’insegnante e la tessera del perbenista Pci e con la quale convisse sempre, in una solidissima simbiosi. Susanna che una volta, dopo una condanna inflitta al suo Pier Paolo in tribunale (per La ricotta, accusato di vilipendio alla religione di Stato), scoppiò in lacrime ed ebbe un mancamento. Lui, che moltò si spaventò, subito dopo le scrisse così: "Sei insostituibile. Per questo è dannata alla solitudine la vita che mi hai data. E non voglio essere solo. Ho un’infinita fame d’amore, dell’amore dei corpi senz’anima. Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro