Mercoledì 24 Aprile 2024

TotoPalma, profumo di Nostalgia e Oriente

Stasera a Cannes il gran finale di un’edizione senza sobbalzi. Sperano anche Martone, il giapponese Kore-Eda, la Bruni Tedeschi

Migration

Andrea

Martini

Al programma del Festival di quest’anno, ricco di offerte colte e popolari (da Loznitsa a Luhrmann, da Coen a Miller) non ha corrisposto una competizione di pari attrattiva. Accade quindi che in presenza di un Concorso incolore e senza sobbalzi sia ancor più difficile avanzare pronostici. La logica vorrebbe che la Palma d’oro restasse all’interno di un quadrilatero di qualità (Gray, Martone, Bruni Tedeschi, Kore-Eda) ma le giurie ci hanno abituato a imprevedibili scherzi. Rassicurante è a questo proposito il presidente Vincent Lindon, uomo affidabile e giudizioso, chiamato a ricoprire la delicata carica proprio per la sua solidità. I brusii riguardanti la storia dell’asino (EO) e le visioni di Cronenberg (Crimes of the Future) sono da considerare scaramantici mentre quelli che vogliono un outsider come Close sul podio esprimono poco più di un desiderio. Le previsioni sui premi per le interpretazioni sono ancora più improbe: ci resta la speranza che venga ricompensata la magistrale prova del nostro Favino, cui si deve parte della sicura riuscita di Nostalgia.

Dovrebbero rimanere fuori dal Palmarès gli ultimi due film presentati. In Le petit frère la regista lionese Léonor Serraille racconta con toni sobri e ritmo serrato il romanzo familiare, dai diversi esiti, di una madre coraggio e i suoi quattro figli giunti a Parigi dalla Costa d’Avorio negli anni ’80. A dominare invece in Showing Up è l’andamento lento imposto da Kelly Reichardt alla cronaca dei caotici giorni vissuti da una scultrice costretta fra preoccupazioni familiari e una vicina dispettosa, nell’imminenza di un’importante mostra. Intanto ecco le nostre pagelle dei ventuno film in concorso.

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