L’assonanza tra i nomi non è una casualità: colui che oggi conosciamo come il Sansovino, infatti, si chiamava Andrea Contucci, ma poiché era originario di Monte San Savino passò alla storia con il soprannome che ricorda il suo paese natale. Ci troviamo nella splendida Val di Chiana, in provincia di Arezzo: una di quelle pochissime zone della Toscana che, seppur ricche di tesori nascosti, non è ancora stata presa d’assalto dai turisti.
Sansovino, Giorgio Vasari, Della Robbia e Sangallo sono gli artisti che più hanno avuto un ruolo di rilievo nell’abbellimento di Monte San Savino, che mantine intatta la sua struttura originaria, con le mura cittadine a creare un’ellisse. Seguiamo il percorso che da Porta Romana sale verso il centro storico: a destra si noterà una balconata con una ringhiera in bronzo e ferro battuto di grande pregio, al termine della quale si può voltare verso destra per raggiungere la Chiesa di San Giuseppe, una perla celata del Settecento, interamente ricoperta da tele, stucchi e tessuto rosso.
Riprendendo corso Sangallo si continua verso le piazze principali, incrociando a sinistra due chiese poste l’una al fianco dell’altra: la prima, più piccola, è quella di San Giovanni e vale la pena di essere visitata per l’abside in stile barocco dalle tinte bianche e oro, oltre che per il portale di Andrea Sansovino, per i dipinti di Orazio Porta (aiuto del Vasari) e per le tavole di Ulisse Giocchi, collaboratore di Bernardino Poccetti; attraversando un chiostro si entra nella più grande Chiesa di Sant’Agostino, fatta costruire nel XIV secolo dagli agostiniani, ma poi ampliata anche grazie all’intervento del Sansovino. Tra le opere di valore custodite, va menzionata la preziosa pala d’altare di Giorgio Vasari. Altro monumento da non perdere è il maestoso Palazzo di Monte, da cui si sfocia su un grazioso giardino pensile e si può godere di una vista impareggiabile .
La Chiesa del Suffragio contiene affreschi e tele notevoli, ma è attualmente in fase di restauro. Da segnalare in quest’area di Monte San Savino l’elegante Palazzo Tavarnesi attribuito ad Antonio di Sangallo, il Teatro Verdi restaurato nel 2000, l’antica Pieve dei Santi Egidio e Savino, la casa natale del Sansovino e le grandiose logge, probabilmente realizzate da Nanni di Baccio Bigio. Poco più avanti si erge Palazzo Pretorio con la Torre Civica – visitabile all’interno –, mentre lasciando il corso principale e scendendo di qualche metro si trova il Cisternone, cisterna del XVI secolo dotata di una passerella che permette di camminare sull’acqua cristallina dell’acquedotto, tra suggestive volte a botte e archi a tutto sesto.
Concludiamo il tour in Piazza Gamurrini, da cui si potrà uscire anche attraverso la porta opposta a quella di entrata, detta Fiorentina, e il cui disegno è attribuito al Vasari. Qui suggeriamo di soffermarsi davanti al Cassero, ovvero l’antica rocca dell’Ajalta di cui si scorge ormai solo la facciata: oggi funge da sede per esposizioni e mostre, con un museo. Poco lontano, l’ex Monastero di Santa Chiara, un gioiello artistico/architettonico anticipato da un bel portale bugnato. Infine, in piazza accoglie i visitatori la slanciata guglia e la celebre macelleria "Le Delizie di Aldo", dal momento che la porchetta è la specialità di Monte San Savino, con un guinness dei primati e una frequentata sagra a metà settembre.