"Torneremo ad abbracciarci, lo dice Dante"

Nel giorno della festa del Poeta, Roberto Benigni porta il Paradiso al Quirinale: "La speranza è una certezza, bisogna credere nella felicità"

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di Letizia Cini

"La speranza è una certezza per Dante, non è toccata dal dubbio: un giorno risorgeremo e ci riabbracceremo". È un Roberto Benigni composto, quasi commosso, quello che ieri alle 19.30 in diretta su Raiuno ha declamato – a bassa voce – il XXV Canto del Paradiso al Quirinale davanti al presidente Mattarella e al ministro della Cultura Franceschini durante l’evento clou del Dantedì, la giornata nazionale dedicata all’Alighieri. "È un canto che parla del presente e del futuro" le parole dell’attore e regista toscano. "Dante ha scritto il Paradiso per rimuovere le persone dallo stato di tristezza, di miseria, di povertà nel quale si trovano e condurli a uno stato di felicità – ha aggiunto l’attore – . Ognuno di noi sente che dentro c’è una scintilla immortale. Dopo aver letto il Paradiso, se lo si legge lasciandosi andare, non si guardano più le altre persone con distrazione o indifferenza, ma come scrigni di un mistero, depositarie di un destino immenso".

"Sono veramente felice, onorato di essere qui – ha detto Benigni rivolgendosi al presidente della Repubblica – . Ho stima, ammirazione per lei e mi vergogno, vorrei abbracciarla ma non si può. Vorrei rendermi utile per lei: se ha bisogno di un corazziere. Oppure il cuoco, l’autista, il sarto, il barbiere", ha scherzato. Così come non è mancata una battuta politica: "Dante ha fatto un partito dove c’era solo lui, il partito di Dante, il Pd. Non ha vinto mai, questo Pd, questo partito di Dante, sono 700 anni che non trova pace".

Non solo Benigni, tantissime le iniziative organizzate per celebrare il Dantedì: il 25 marzo è infatti il giorno, nella finzione della Commedia, nel quale il sommo Poeta si smarrisce nella selva oscura e inizia il suo viaggio guidato da Virgilio verso i tre regni ultraterreni: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Un anniversario con valenza amplificata dal fatto che proprio nel 2021 cade il VII centenario della morte del Padre della lingua italiana.

Ravenna, città nella quale Dante è sepolto, ha puntato sul rito del rabbocco dell’olio che arde nella lampada perenne (e che i fiorentini donarono per onorare il Poeta) e su letture: a Mara Dirani, custode della Tomba, il compito di leggere il I Canto dell’Inferno mentre a Massimo Finazzer Flory, attore e regista, quello di declamare il Canto XXV del Paradiso. "In questa giornata così ricca e intessuta di futuro, di sogni e di progetti – le parole del sindaco Michele de Pascale – si leva altissima la voce di Papa Francesco che proprio oggi ci dona la sua riflessione su Dante". Nel giorno dell’Annunciazione a Maria, il Pontefice ha fatto uscire la Lettera apostolica Candor Lucis Aeternae, per onorare la memoria dell’Alighieri.

Firenze ha risposto dalla basilica di Santa Croce, dov’è stato tenuto a “battesimo” il restauro del monumento sepolcrale (vuoto) di Dante. Madrina d’eccezione, Monica Guerritore, che ha proposto una lettura a porte chiuse di alcuni versi del XXIV Canto del Purgatorio: "Dante mette in versi la discesa nel nero, nell’intima natura umana, proprio nei canti iniziali dell’Inferno – spiega l’attrice – . È la sua ricerca e il suo incontro con parti del sé". Il sindaco Nardella ha duettato via social con il segretario del Pd Enrico Letta alcuni passi del XXXIV Canto dell’Inferno. E sempre nella Città del Fiore, la Galleria dell’Accademia ha realizzato un video che racconta L’Albero della Vita di Pacino di Buonaguida che sarà esposta nella mostra Onorevole e antico cittadino di Firenze. Il Bargello per Dante, che aprirà il 21 aprile prossimo.

Bologna ha proposto una serata con le sue terzine grazie a Di prima notte, evento organizzato dal Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell’Alma Mater di Bologna, al quale hanno partecipato molti studiosi e scrittori legati all’università. E ancora, fra le osservazioni del Cielo dantesco nella Capitale, gli speciali di RaiPlay, la giornata è proseguita con un turbinio di appuntamenti, molti virtuali e rigorosamente “in maschera”, vista la situazione sanitaria.

Infine ieri, a Verona, il regista Pupi Avati ha dialogato con il filologo Paolo Pellegrini parlando del suo nuovo film che sarà incentrato – neanche a dirlo – sulla vita di Dante Alighieri.