Roma, 27 ottobre 2023 – È l’opera di un debuttante. O meglio, per essere precisi, l’opera di un ragazzo che quasi quarant’anni fa debuttava dietro alla macchina da presa e che appena un lustro più tardi avrebbe vinto l’Oscar. È una storia incredibile e appassionante, una storia da film, quella de Il Camorrista – La serie, realizzata nel 1985 da un giovane Giuseppe Tornatore, contemporaneamente al film, protagonista Ben Gazzara.

Una serie in cinque episodi mai andata in onda, smarrita, di recente ritrovata, rimessa a nuovo dal regista e ieri presentata alla Festa del Cinema di Roma. Non è stato ancora deciso esattamente su quale rete, e quando, verrà trasmessa ma assicurano i produttori che questa volta si vedrà e sarà su una rete generalista di Mediaset, che ha prodotto questa nuova versione insieme a Titanus.
Racconta Giuseppe Tornatore, più divertito che seccato: "Pensano che mi sia messo ora a fare una serie, ispirata al mio film del 1985, sulla scia del successo che le serie hanno ormai nelle televisioni generaliste come sulle piattaforme. Ma non è così. Girai la serie insieme al film. Era il mio primo film e Goffredo Lombardo, il grande produttore della Titanus, mi disse che l’unico modo per riuscire ad affrontare un’impresa economicamente così impegnativa, sarebbe stato girare contemporaneamente il film e una serie. In quel momento, anche se mi avesse chiesto di realizzarne due o tre di serie, avrei accettato".
Ma il film ebbe vita difficile a causa dei temi che affrontava, e arrivarono anche varie querele, da Enzo Tortora come da Raffaele Cutolo, il boss della camorra a cui alludeva. Così della serie, sebbene pronta, non se ne fece nulla. Dopo tanti anni, per Tornatore è stata un’emozione speciale rivedere quel suo lavoro di ragazzo non ancora trentenne, con all’attivo soltanto alcuni documentari e un lavoro come assistente nel film Cento giorni di Giuseppe Ferrara. "Questa sorta di restauro è un lavoro che non mi sarei mai aspettato di fare. Naturalmente ho trovato i difetti del film di esordio di un ragazzo – dice Tornatore – ma ho trovato anche tanta passione, tanto impegno. È stata un’esperienza bellissima".
Film e serie erano tratti dal libro Il camorrista in cui il giornalista Giuseppe, Joe, come veniva chiamato, Marrazzo raccontava l’Italia di quegli anni. "Lo avevo conosciuto facendo il regista programmista alla sede Rai di Palermo. Erano gli anni ’79, ’80, ’81, anni terribili. Quando arrivava lui, era sempre successo qualche fatto tragico in città, o in Sicilia. Era molto simpatico e lo ammiravamo tutti. Poi mi raccontò che stava scrivendo il suo primo romanzo. Lo scriveva andando da una città all’altra e conservava i fogli nel cruscotto della macchina. Macchine che, per via delle sue inchieste, la camorra gli faceva saltare in aria. Con dentro il romanzo. Così lo dovette ricominciare tre volte. Poi un giorno mi ha detto, ho finito, lo vuoi leggere? Lo lessi e ne rimasi colpito".
Continua Tornatore: "Della camorra si sapeva poco. Ancora doveva arrivare la stagione delle confessioni di Tommaso Buscetta. Il libro di Joe ti faceva capire come può nascere un’organizzazione criminale e come può evolvere e andare, eventualmente, incontro al proprio declino. Mi sembrò importante. Volevo fare il mio primo film, mi piacerebbe farlo, gli dissi, dal tuo romanzo. Sarebbe bellissimo, mi rispose. Purtroppo Joe non fece in tempo neanche a leggere la sceneggiatura perché è morto giovane".
Ora, dunque, finalmente si vedrà? "Non ho notizie. Immagino che abbiano voluto rieditare la serie per mostrarla, in qualche maniera. Ma visto che questo film ha sempre avuto una vita molto curiosa, misteriosa, non rimarrei troppo sorpreso – afferma ironico Tornatore – se adesso tornasse per altri trentotto anni in un magazzino".
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