Giovedì 18 Aprile 2024

Torna Rocco Schiavone "Stanco, ma sempre lui"

Da mercoledì la quinta stagione della serie tratta dai romanzi di Manzini. Marco Giallini: "Nella storia ha perso un rene, però lo ritroviamo in forma". .

Torna Rocco Schiavone  "Stanco, ma sempre lui"

Torna Rocco Schiavone "Stanco, ma sempre lui"

di Beatrice Bertuccioli

Nessuno salirebbe in loden a tremila metri di quota. Nessuno tranne il vicequestore romano esiliato ad Aosta, Rocco Schiavone, il commissario più sgualcito, scorretto e affascinante della televisione. Da mercoledì 5 aprile, in prima serata su Raidue, prende il via la quinta stagione della serie nata dai racconti e romanzi di Antonio Manzini, anche autore della sceneggiatura insieme a Maurizio Careddu.

Nel primo dei nuovi quattro episodi da cento minuti, firmati dal regista Simone Spada, troviamo Marco Giallini-Schiavone in cima al Monte Bianco. Al confine tra Italia e Francia viene trovato il cadavere di un uomo. Bella grana, o meglio, per usare le sue parole, "grandissima rottura di co…", pensa Schiavone e, sospettando che i francesi abbiano spostato il cadavere in Italia per liberarsi del problema, lo fa rimettere oltre confine.

Ma viene anche incaricato di organizzare una squadra di calcio per un incontro tra poliziotti e magistrati e gli allenamenti guidati da Schiavone, con quei poliziotti molto improbabili calciatori, sono esilaranti. Stessa squadra vincente di attori, tra cui Valeria Solarino, con soltanto Miriam Dalmazio al posto di Isabella Ragonese nel ruolo della compianta moglie Marina.

Alla fine della precedente stagione, Schiavone era rimasto gravemente ferito. "Come lo ritroviamo? In forma, direi, anche se gli hanno asportato un rene. Forse è soltanto un po’ più stanco", rassicura Giallini. E aggiunge: "In forma grazie prima di tutto agli scrittori e grazie al regista, Simone Spada, con cui ho fatto anche il film più bello della mia vita, Domani è un altro giorno". Un personaggio, dice, che ha amato da subito. "Era sempre stato il mio sogno interpretare un personaggio come questo, un po’ tormentato, un loser. Quando ho letto il primo romanzo, Pista nera, mi è piaciuto talmente – racconta Giallini – che avrei dato qualsiasi cosa per impersonare Schiavone. Penso di essere caratterialmente simile, di condividere con lui quella sorta di malinconia, di buco nero che ognuno di noi si porta dentro, qualche giorno un po’ più nero del solito".

Ormai l’immagine dell’attore si sovrappone a quella di Schiavone ma Manzini osserva: "Penso che in realtà ogni lettore dei miei romanzi si crei il suo Schiavone e io, quando scrivo, non penso a Marco, anche se sono felicissimo che sia lui a interpretarlo". Una serie di grande successo ma non ci sono segreti. "Piace – afferma Giallini – perché è scritta, diretta e recitata bene". Ma secondo il regista c’è anche un altro motivo. "Rocco Schiavone è un personaggio molto amato dal pubblico e anche da me perché – sostiene Spada – è un personaggio imperfetto e l’imperfezione è qualcosa di molto umano. Da questo nasce la sua empatia".

Racconta Manzini che ci possono essere poliziotti come Schiavone. "C’era un poliziotto a Roma, un grande poliziotto ma un disastro nella vita privata. Lo chiamavano il ‘gabbiano’ – racconta lo scrittore – e è stato trovato morto per overdose nella sua auto. Tutti abbiamo delle ammaccature ma tendiamo a nasconderle. Rocco no, e non se ne vergogna".

Le scorrettezze di Schiavone, a cominciare dall’abitudine di farsi le canne in ufficio, in passato hanno provocato qualche attacco alla serie. "Posso capire, è la tv di Stato, anche se nelle serie televisive americane e sulle piattaforme, ormai fumano anche i bambini. Ero bambino, ma ricordo quando obbligarono Lando Buzzanca a togliere la parola ‘mannaggia’ da una sigla. Da mannaggia alle canne, ne abbiamo fatti di passi avanti", ironizza Giallini. Che la prossima settimana, martedì 4 aprile, compirà sessant’anni. "Bilanci non ne faccio. Sono ancora un ragazzotto – dice – che si diverte a fare le impennate con la moto". Come il suo Schiavone, anche lui ha una personale classifica delle rotture di c… e precisa: "Al primo posto metto gli str…, la gente che non capisce, che ti guarda ma non ti vede".

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