In un mondo diviso come quello in cui stiamo vivendo, accentuato nell’ultimo mese dalla guerra tra Israele e Hamas, dal nuovo film di Ken Loach, The Old Oak, in sala da giovedì con Lucky Red dopo gli applausi al Festival di Cannes, arriva un anelito di speranza: il futuro dell’umanità può essere solo nell’accoglienza, nella compassione, nella solidarietà, nel dialogo e nella reciproca conoscenza. L’inglese Loach, 87 anni compiuti a giugno, ne è così convinto da non lasciar mai soli i suoi film una volta finiti e nonostante l’età si mette in viaggio per accompagnare The Old Oak in Italia e partecipare a Roma a proiezioni-evento.
"Solidarietà, forza, resistenza sono le parole del nostro tempo – dice Loach – ma ce ne sono anche altre che rievocano la vecchia tradizione sindacalista: aiutare, educare, organizzare, l’ultima è la più importante perché si può vincere solo se c’è coesione su un programma, se si lascia un vuoto è lì che si inserisce la destra come abbiamo visto in Ungheria, Grecia, Italia".