Torna il “teen-horror“ con Takeshi Kitano Crudeltà fra studenti e scontro generazionale

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di Silvio Danese

Cult-movie con astuti emulatori (la serie coreana Netflix Squid Game, ma anche gli Hunger Games), incasso tra i primi dieci in Giappone, torna restaurato il micidiale “survival teen horror” di Fukasaku (era il 2000), con Takeshi Kitano prof sterminatore di studenti sequestrati e costretti a una sanguinosa guerriglia di sopravvivenza.

Ragazzi e ragazze legati dal patrimonio di amicizie, invidie, amori dell’adolescenza, devono scegliere se stessi come obiettivo e l’altro come nemico, con sistemi di difesa sproporzionati, spinti un po’ allo spettacolo splatter. La crudeltà, analizzata in un esclusivo rapporto tra natura (l’isolamondo) e individuo (viene in mente L’unico di Max Stirner), imita l’ingresso nella società.

È in fondo una radicale, a volte un po’ plateale, allegoria della guerra di generazione con un paradosso preso a concetto: il regime degli adulti spinge i giovani a distruggersi l’un l’altro. Ma è anche metafora iperbolica del rapporto tra discepolo e maestro (il “sensai” nel senso letterale di “nato prima”), relazione fondamentale nella cultura formativa e nel sistema simbolico giapponese. Tarantino lo citava.

Avvertenza: chi lo vede di sera poi sogna giapponese. C’è anche un crowdfunding CG per pubblicare un cofanetto cd.

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