Torna a casa Lassie. Anzi, al cinema: dopo 77 anni

Esce oggi il remake del film interpretato da Liz Taylor: questa volta il Collie “recita“ nella campagna tedesca. A luglio in Italia il “Dog festival“

La locandina dello storico 'Torna a casa Lassie'

La locandina dello storico 'Torna a casa Lassie'

Chi ha un animale lo sa. La storia dei rapporti di complicità, di affetto fra gli uomini e gli animali è una storia lunga. Ed è stata raccontata nella mitologia, nella letteratura, nei fumetti e ovviamente anche nel cinema. I cani, soprattutto. Cani che comprendono, che attendono, che soffrono. Che amano. Dal cane Argo dell’ Odissea di Omero, che mezzo morente, vecchio, tormentato dalle zecche, riconosce ugualmente il padrone Ulisse tornato dopo vent’anni, e agita la coda, le orecchie basse, nell’ultima, tardiva felicità della sua esistenza.

E poi Buck de Il richiamo della foresta di Jack London, e il cane Idefix minuscolo e ringhioso, a cui l’enorme Obelix è affezionatissimo. Fra i cani del cinema, c’è un esercito infinito di occhi intelligenti, di sguardi attenti, indagatori, pazienti. È una carica dei 101, dei mille e uno, dei diecimila. Ma il più famoso di tutti forse è proprio Lassie. Che ha anche una stella sulla Walk of Fame di Hollywood. E che oggi, a quasi ottant’anni dal debutto sullo schermo, torna in sala. No, non “quel“ Torna a casa Lassie! del 1943. Ma un film tutto nuovo, tratto dal romanzo di Eric Knight dal quale fu tratto il film con il cane Collie più amato del mondo, e con una Liz Taylor ancora bambina, che fu parte del successo del film e che iniziò una straordinaria carriera. Anche se, quella volta, venne pagata solo 100 dollari a settimana, cioè tre volte meno del cane! Torna a casa, Lassie! allagò i cuori del pubblico degli Stati Uniti dilaniati dalla guerra, e fu seguito da altre 5 pellicole.

Il nuovo film che esce in sala oggi in tutta Italia distribuito da Lucky Red, è diretto da un regista tedesco, Hanno Olderdissen. Il titolo è quasi identico: Lassie torna a casa. Gli scenari, i paesaggi sono cambiati: non più gli Stati Uniti, ma la Germania. Il protagonista è, idealmente, lo stesso: il pastore scozzese dal pelo lungo, con una macchia bianca sul muso affilato. Nella storia del film, che ovviamente non riveliamo, mille difficoltà attendono l’intelligentissimo cane. L’hanno scelto, il cane reale che interpreta Lassie, in un ranch specializzato in addestramenti per il cinema, in Alta Baviera. E, ironia della sorte, l’addestratrice ha deciso di fare quel mestiere perché, da piccola, aveva visto un film e ne era rimasta folgorata. Quale film? Neanche a dirlo: Torna a casa, Lassie! In realtà, come sempre accade, i cani utilizzati sono stati tre: due controfigure per le scene più complicate, proprio come gli stuntmen nel cinema d’azione. Ma in questa nuova versione c’è un altro protagonista: il paesaggio tedesco. Il film è quasi un omaggio, un atto d’amore verso la natura animale e verso l’ambiente tutto. Il regista compone immagini di solida bellezza, cerca sintonie cromatiche, rende il film un’esplosione di pathos, ma anche un turbine di emozioni estetiche.

E in Italia, l’8 luglio assegnerà i suoi premi il Dog film festival: una rassegna di video che hanno come protagonista il cane. Testimonianze video di dog therapy, storie di affetto e aiuto reciproco, o anche storie raccontate da veterinari e film di animazione. Nei premi, quello per il miglior cane interprete e quello per il migliore addestratore.  

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