Giovedì 18 Aprile 2024

Tiktok: i vertici dell'azienda tra Pechino e gli States

L'amministratore delegato Shou Zi Chew si è recato a Washington per affrontare il suo primo interrogatorio in Campidoglio

Shou Zi Chew, ad di Tiktok

Shou Zi Chew, ad di Tiktok

Shou Zi Chew, amministratore delegato di TikTok, si è recato a Washington DC per affrontare il suo primo interrogatorio in Campidoglio. Sebbene le richieste di vietare l’app negli States risalgano ai tempi del governo Trump, questa è stata la sua prima apparizione volta ad argomentare il delicato tema dell’utilizzo dei dati degli utenti americani, che hanno da poco superato la soglia dei 150 milioni solo negli Stati Uniti. Chew, la cui intenzione principale era quella di presentare TikTok come un’azienda privata e indipendente dal governo cinese, è apparso in difficoltà di fronte alle domande incalzanti dei membri del Congresso.

Chi è Shou Zi Chew, il capo di TikTok?

Shou Zi Chew è un uomo che non fa rumore. Qualche video sul suo profilo personale di TikTok, ma pochissime interviste. Ora, per forza di cause, è stato costretto a uscire allo scoperto, andando a difendere la propria azienda negli States. La sua è la classica storia del self made man, che parte da Singapore e finisce all’University College di Londra, poi ad Harvard, California. Cresciuto sotto l’ala della concorrenza, ossia Facebook, comincia giovanissimo la sua scalata. E dopo una staffetta di lavori, arriva alla ByteDance, la società madre della piattaforma cinese, la cui potenza era a quel punto embrionale. Poi le idee dei giovanissimi membri vennero appoggiate dalla La DST Global, azienda che investe in società online, e così Chew comincia a coordinare i primi investimenti di quella che, da lì a poco, diventerà TikTok. Ora Shou Zi Chew ha 40 anni ed è a capo di TikTok.

Pechino detiene le redini

Poco si sa sul modo in cui opera l’azienda, sul suo organico e sul potere che Chew detiene veramente al suo interno. Il New York Times lo scorso settembre, citando ex dirigenti di TikTok e ByteDance, ha affermato che la capacità di prendere decisioni del signor Chew è limitata e che il fondatore di ByteDance Zhang Yiming detiene le redini dell'azienda. l’influenza di Pechino sulle dinamiche interne all’azienda resta, quindi, ancora molto forte. A conferma di ciò, l’uscita di scena che ha fatto più parlare, è stata quella del responsabile della sicurezza globale, Roland Cloutier. L’americano si è defilato dal ruolo di CSO, dopo che la leadership cinese ha affidato i dati degli utenti statunitensi a un nuovo dipartimento. Al suo posto, Kim Albarella, che occupa tuttora la posizione. Anche Vanessa Pappas, chief operating officer nonché il volto pubblico di TikTok, è stata interrogata dal Congresso lo scorso settembre per chiarire la posizione della Cina sulla gestione dei flussi di dati americani. Tutte queste mosse hanno messo in dubbio che TikTok stia effettivamente facendo uno sforzo considerevole per separare le sue operazioni negli Stati Uniti dai sistemi cinesi di ByteDance. Tra i vertici dell’azienda, anche i co-fondatori della piattaforma cinese, due amici e coetanei di Chew: Alex Zhu e Luyu Yang. I due, prima di lanciare TikTok, Bytedance e Musical.ly, avevano creato insieme un social network con scopi educativi, in cui gli utenti potevano imparare ed insegnare diverse materie mediante brevi video della durata di 3–5 minuti.

Risultati record

Il gruppo Bytedance nel 2022, come riportato dal Wall Street Journal, ha espresso un fatturato pari a 61,7 miliardi di dollari, con una crescita dell’80%. Nel primo trimestre 2022 l’introito è cresciuto, sul primo trimestre 2021, del 54%, a 18,3 miliardi di dollari. Le perdite operative del 2021 sono state pari a 7,15 miliardi. Mentre le perdite nette sono state – per questioni contabili – pari a 84,9 miliardi. Infine, il gruppo ha risorse – assets – per 74 miliardi di dollari. Non solo: secondo le rilevazioni di Mediobanca nell’ambito dell’indagine annuale sui maggiori gruppi mondiali WebSoft, il colosso cinese Bytedance, casa madre di TikTok, ha fatturato oltre 12 miliardi di euro solo grazie alla pubblicità, e l’azienda conta su una forza lavoro di oltre 110mila dipendenti e uffici in oltre 30 Paesi.

 

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