Venerdì 19 Aprile 2024

Alcuni scienziati vogliono riportare in vita la tigre della Tasmania

Un gruppo di ricercatori australiani ha avviato un progetto per far rinascere il marsupiale carnivoro estinto da oltre 80 anni

Il tilacino in un'antica illustrazione

Il tilacino in un'antica illustrazione

Nonostante sia scomparso dalla Terra nel 1936, il tilacino, noto anche come tigre della Tasmania, rimane ancora oggi uno degli animali simbolo dell'Australia, nonché forse la specie estinta più famosa del Novecento. Un team di ricercatori dell'Università di Melbourne ha ora intenzione di riportalo in vita attraverso un ambizioso progetto di risurrezione biologica, basato sulle più moderne tecniche di ingegneria genetica. Il primo passo è stato ufficializzato in questi giorni con la nascita del Thylacine Integrated Genetic Restoration Research (TIGRR) Lab, che ha potuto beneficiare di una donazione di 5 milioni di dollari australiani (oltre 3 milioni di euro).

Il ritorno del tilacino, tra passato e presente

In realtà non è la prima volta che il tilacino si trova al centro di discorsi di questo tipo. Nel 1999 lo zoologo Michael Archer, allora direttore dell'Australian Museum, annunciò la volontà di lanciare un progetto per ricreare in laboratorio l'iconico marsupiale. Sul piatto erano stati messi anche parecchi soldi, circa 57 milioni di dollari australiani. I tempi tuttavia non erano ancora maturi, soprattutto a causa delle numerose limitazioni tecnologiche. Il proposito venne presto definito una fantasia e abbandonato nel 2005. Nel giro di due decenni gli enormi progressi scientifici hanno reso più concreta la possibilità di riportare in vita la tigre della Tasmania o altre specie estinte. Nello specifico, a cambiare le carte in tavola è stato soprattutto il rivoluzionario sistema Crispr-Cas9, l'ormai collaudatissima tecnica di editing genetico che consente in sostanza di riscrivere il DNA di un essere vivente. Questo non significa che la de-estinzione (il processo opposto all'estinzione) sia un gioco da ragazzi, ma quanto meno il passaggio dalla teoria alla pratica non sembra più qualcosa di fantascientifico.

La strada verso la de-estinzione

Nel 2017 gli stessi scienziati del TIGRR Lab hanno decodificato il genoma completo della tigre della Tasmania. La sfida consiste ora nell'impiegare quelle informazioni per ricreare la specie in laboratorio. L'idea del team guidato dal biologo evoluzionista Andrew Pask è di usare come base di partenza una cellula di topo marsupiale (o dunnart), parente della tigre della Tasmania, in cui inserire il DNA dell'animale estinto con il sistema Crisp. "Si è scoperto che il dunnart è la cosa più vicina a un tilacino di qualsiasi altro marsupiale vivente", ha dichiarato Pask, sottolineando che grazie all'opera di taglia e cuci dell'editing genetico si potrebbe dunque trasformare una specie in un'altra. Tuttavia, se da un lato le premesse sembrano essere buone, dall'altro il progetto presenta ancora numerosi ostacoli tecnici, che spostano plausibilmente l'obiettivo da qui al prossimo decennio. "Dipende dai salti della tecnologia nei prossimi anni", ha concluso lo scienziato. Come già successo in altri esperimenti analoghi, la scelta del TIGRR Lab è stata criticata da chi ritiene che la risurrezione biologica, oltre a sollevare dubbi di natura etica, sia una pratica che toglie tempo e risorse ai programmi di conservazione delle specie a rischio. Pask ha ribattuto che in verità le tecniche funzionali alla de-estinzione possono aiutare anche i marsupiali attualmente in pericolo. A tale riprova, l'equipe proverà a ingegnerizzare il DNA del quoll tigre, il più grande marsupiale carnivoro australiano, per renderlo immune al veleno di un rospo invasivo che ne minaccia la sopravvivenza.

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