Nonostante sia scomparso dalla Terra nel 1936, il tilacino, noto anche come tigre della Tasmania, rimane ancora oggi uno degli animali simbolo dell'Australia, nonché forse la specie estinta più famosa del Novecento. Un team di ricercatori dell'Università di Melbourne ha ora intenzione di riportalo in vita attraverso un ambizioso progetto di risurrezione biologica, basato sulle più moderne tecniche di ingegneria genetica. Il primo passo è stato ufficializzato in questi giorni con la nascita del Thylacine Integrated Genetic Restoration Research (TIGRR) Lab, che ha potuto beneficiare di una donazione di 5 milioni di dollari australiani (oltre 3 milioni di euro). Il ritorno del tilacino, tra passato e presente In realtà non è la prima volta che il tilacino si trova al centro di discorsi di questo tipo. Nel 1999 lo zoologo Michael Archer, allora direttore dell'Australian Museum, annunciò la volontà di lanciare un progetto per ricreare in laboratorio l'iconico marsupiale. Sul piatto erano stati messi anche parecchi soldi, circa 57 milioni di dollari australiani. I tempi tuttavia non erano ancora maturi, soprattutto a causa delle numerose limitazioni tecnologiche. Il proposito venne presto definito una fantasia e abbandonato nel 2005. Nel giro di due decenni gli enormi progressi scientifici hanno reso più concreta la possibilità di riportare in vita la tigre della Tasmania o altre specie estinte. Nello specifico, a cambiare le carte in tavola è stato soprattutto il rivoluzionario sistema Crispr-Cas9, l'ormai collaudatissima tecnica di editing genetico che consente in sostanza di riscrivere il DNA di un essere vivente. Questo non significa che la de-estinzione (il processo opposto all'estinzione) sia un gioco da ragazzi, ma quanto meno il passaggio dalla teoria alla pratica non sembra più qualcosa di fantascientifico. La strada verso la de-estinzione Nel 2017 gli stessi scienziati del TIGRR Lab hanno decodificato il genoma completo della tigre della Tasmania. La ...
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