Martedì 23 Aprile 2024

Ti amo così tanto che ti mangerei

di Andrea

Martini

A mare è mangiare e non solo con gli occhi. Quando rivolgendosi alla persona amata si dice “ti mangerei” si fa metaforico riferimento a un antico bisogno di consumare esseri umani, divenuto con la civiltà un tabù. Immaginiamo che oggigiorno qualcuno torni a essere vittima di questo irrefrenabile desiderio. È ciò che avviene in “Fino all’osso“ (Bones and All) in cui Luca Guadagnino, avvalendosi del romanzo di Camille DeAngelis, scrittrice – guarda caso – vegana, racconta, nella forma del road movie, la difficile e rischiosa odissea di una coppia di adolescenti (Taylor Russell e Timothée Chalamet) afflitti da questa tara. Nonostante il necessario spargimento di sangue, inevitabile quando si affossano i denti nella carne viva, il film evita il genere e i due ragazzi, nel loro desiderio di vivere e amarsi al di là dell’alterità, non sono parenti né di zombie né di vampiri ma assomigliano ai diseredati costretti alla marginalità sociale. Incrementatasi negli stati del Midwest degli anni ’80, sfondo della vicenda. Guadagnino si mostra sicuro nel mestiere, tiene a bada la propensione melodrammatica e l’occhio con cui osserva i personaggi non è, come altre volte, compiaciuto. L’assunto che l’amore vale solo se è fino all’osso piacerà sicuramente al pubblico più giovane.

Trovare qualcuno che si prenda la briga di leggere oggi le appassionanti ma dolorose lettere di Sofia Tolstoj al marito è molto difficile, ma ascoltarle dalla voce di Nathalie Boutefeu, inquadrata dallo straordinario novantenne documentarista Frederick Wiseman sullo sfondo della Belle Ile è un’esperienza poetica unica che “Un couple“ (altro film in gara ieri a Venezia) mette a disposizione di tutti.

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