Giovedì 25 Aprile 2024

The New Pope, la contessa: "Girato a casa mia, a Venezia"

Chiara Donà dalle Rose: "Affitto la dimora di famiglia per farla sopravvivere". Su set di Jude Law e la new entry John Malkovich

La contessa Chiara Donà Dalle Rose con una foto di scena di 'The New Pope'

La contessa Chiara Donà Dalle Rose con una foto di scena di 'The New Pope'

Venezia, 17 gennaio 2019 - Un mese di riprese a Venezia, nello storico palazzo Donà dalle Rose, per il New Pope di Paolo Sorrentino. È qui, tra le mura storiche dove si sente l’eco della battaglia di Leonardo Donà dalle Rose, doge della Serenissima nel 1606, contro le ingerenze del Vaticano su Venezia, che la contessa Chiara Donà Dalle Rose ha vissuto fianco a fianco con Jude Law, Paolo Sorrentino e John Malkovich

Contessa, com’è stato ‘convivere’ con Jude Law e le altre stelle?  «Jude Law aveva un appartamento tutto per sé. Il nostro palazzo, in Fondamente Nove, è molto grande. Ma la particolarità è che ci viviamo davvero. Siamo una specie di ‘guardiani del faro’».

Chi vive con lei in questo magnifico palazzo con un salone enorme, secondo solo a quello del palazzo Ducale di Venezia? «La mia famiglia (marito e figli) e, negli altri appartamenti, persone a noi vicine. Siamo l’unico palazzo veneziano abitato ininterrottamente dall’inizio del Seicento!».

Sarà difficile riuscire a mantenere, è il caso di dirlo, la grande bellezza? «Molto. Per questo affittiamo il nostro palazzo a set cinematografici. Abbiamo ospitato anche la biennale dell’arte sacra, che è partita proprio da Venezia, nel 2016».

Lo Stato non vi aiuta? «No. Riusciamo a mandare avanti la proprietà con il nostro lavoro e, quando ci viene chiesto, dopo una selezione accurata, accettiamo di dare il palazzo a qualche produzione cinematografica. Ci pagano, ma mai abbastanza rispetto al valore dell’immobile. Ma, a differenza di altri edifici storici di pregio non affittiamo per matrimoni o feste».

Che tipi sono Law e Sorrentino?  «Due incredibili visionari che hanno saputo cogliere l’anima più profonda di questo storico palazzo. Immaginando una tappa di questo New Pope in un certo senso hanno fatto rivivere le riflessioni del grande doge Leonardo Donà dalle Rose e del celebre fra Paolo Sarpi, il più grande storico italiano dell’epoca».

La scelta di Sorrentino, insomma, non è stata casuale. «No. Ha preferito il nostro palazzo perché è abitato e ha ancora l’eco della storia del doge Leonardo che, in qualche modo, può richiamare il carattere del giovane pontefice incarnato da Jude Law». 

Chissà quanti fan sotto casa... «Parecchi. Abbiamo anche dovuto depistarli, inscenando una finta conferenza stampa. Tutti mi hanno chiesto: ‘Quanti selfie ti sei fatta?’. In verità, più che alle foto, ho pensato ai lampadari... Valgono milioni di euro, sono originali, e già una volta è successo che in un set sia successo il patatrac».

Ha assistito a qualche capriccio o stranezza da star? «Certo! Ma non posso dir nulla... C’è il massimo riserbo, anche sulla trama. Certo, qualcosa è trapelato. A un certo punto il giovane papa-Law sta male. E spunta John Malkovich».

Un’altra star.  «Sì, ma è un uomo molto simpatico, sebbene un po’ misterioso. È un gran lavoratore. Anche se devo ammettere: si sono impegnati tutti come pazzi».

Sul set spritz a volontà? «Macché, forse in privato, ma mai durante le scene. Hanno bevuto, invece, tantissimo caffè, visto che si girava sempre in notturna. E poi mangiavano cioccolata e dolci: pasticcini, bignè, diplomatici. Secondo me torneranno a casa con qualche chilo in più».

Pure Sharon Stone? «Lei mi manca, perché nell’episodio veneziano l’attrice non c’era».

In attesa di vedere il suo Palazzo sul piccolo schermo, in quali altri film possiamo ammirarlo? «Cito l’ultimo: Aspern Papers con con Vanessa Redgrave. Le abbiamo portato fortuna: con questo film ha vinto il Leone d’Oro alla carriera».

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