
Roma, 13 novembre 2023 – Secondo posto al botteghino italiano con un incasso di circa 1,6 milioni di euro nel weekend d'esordio per Captain Marvel di Brie Larson, Ms. Marvel di Iman Vellani e Monica Rambeau, figlia di Maria Rambeau, di Teyonah Parris, il potente trio al femminile di "The Marvels", 33esimo film del Marvel Cinematic Universe diretto da un'altra donna, Nia Da Costa, rivelazione del 2021 con "Candyman". Un'ora e 45 minuti – una durata tollerabile in un panorama di lungometraggi da minimo 150 minuti – di combattimenti, commedia e psichedelia. La sfida era far tirare un sospiro di sollievo ai Marvel Studios, che navigano in acque burrascose tra scandali giudiziari, perdita di qualità visiva e multi-trame sempre più confuse.
Il flop al box office americano
In Italia le supereroine non sono riuscite a battere il meritato successo di "C'è ancora domani" di Paola Cortellesi, che dopo tre finesettimana sfiora i 13 milioni di euro d'incasso totale. Ma il vero flop è oltreoceano. Negli Usa "The Marvels" ha raccolto appena 47 milioni di dollari, il peggior weekend d'esordio nella storia dell'Mcu: "Captain Marvel", prequel del 2019, aveva guadagnato 150 milioni di dollari durante i primi giorni al cinema. Sulle cause di questa débacle pesano contingenze - come il fatto che l'uscita sia stata immediatamente successiva alla fine dello sciopero degli attori di Hollywood, cosa ha impedito di fare promozione negli scorsi mesi – e fattori ormai endemici della crisi che ha colpito l'impero guidato da Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios.
Il supercattivo nei guai giudiziari
L'affair Jonathan Majors è il primo punto sulla lista dei problemi. Nel multiverso, Kang il Conquistatore, interpretato dall'attore 34enne e introdotto come personaggio in "Ant-Man and The Wasp: Quantumania", sarebbe infatti dovuto essere il nuovo supercattivo della fase 5. Buone vibrazioni erano arrivate dallo sviluppo della storia nella serie "Loki". Poi, a marzo 2023, il colpo di scena: Majors viene arrestato con l'accusa di violenza domestica e nei mesi successivi, nonostante lui si proclami innocente, continuano a spuntare testimonianze e notizie a sui sfavore. L'inizio del processo è previsto per fine mese ma il danno reputazionale ormai è fatto. Cosa fare a questo punto? Secondo le informazioni nelle mani di Variety, le opzioni rimaste sono due: cambiare rotta e puntare su un nuovo villain, ad esempio il Dr. Doom dei Fantastici Quattro - comprati dalla 21st Century Fox nel 2019 - oppure fare un recasting.
Peripezie produttive
Un'altra grande questione è nota anche a chi frequenta poco i supereroi: l'espansione bulimica del multiverso e gli infiniti intrecci di trame, carta vincente per i fumetti, è un'arma a doppio taglio per il cinema. L'entusiasmo collettivo vissuto dal 2008 ("Iron Man") al 2019 ("Avengers: Endgame") è iniziato a scemare con l'ingresso nella Saga del Multiverso, da "Black Widow" (2021) in poi l'accoglienza in sala dei nuovi film si è fatta sempre più tiepida, eccetto per "Guardiani della Galassia Vol. 3", quarto per incassi nel 2023. Nell'universo seriale, la delusione maggiore è stato il fallimento di "Secret Invasion", che pure aveva dalla sua il ritorno di Nick Fury interpretato da Samuel L. Jackson: è suo il punteggio punteggio di gradimento più basso di tutti i prodotti Marvel nell'aggretatore Rotten Tomatoes. La diagnosi sembra semplice: la quantità ha compromesso la qualità. Allo stesso "The Marvels", la cui uscita è stata ritardata due volte, sono servite quattro settimane di nuove riprese per far tornare i conti a livello di coerenza narrativa dopo il terremoto Majors.
Visual mis-effect
A fare il paio con le sceneggiature claudicanti è arrivato il calo dal punto di vista degli effetti visivi che ha lasciato sgomenti i fan. Prima il disastro di "Quantumania", con scene rattoppate all'ultimo e un guadagno al box office neanche pari al minimo sindacale della Marvel (500 milioni di dollari), poi la CGI posticcia delle ultime puntate di "WandaVision" o della serie "She-Hulk". Victoria Alonso, addetta alla supervisione del settore, è stata licenziata – ufficialmente per un lavoro non autorizzato in un'altra produzione – mentre Anna George, già VFX assistant coordinator per la Marvel, denunciava ritmi e condizioni di lavoro insostenibili pretesi al fine di riempire di contenuti la piattaforma streaming della Disney. Alla fine gli artisti, sovrastati da una pressione sempre maggiore iniziata durante la pandemia, hanno aderito al sindacato di settore Iatse, International Alliance of Theatrical Stage Employees, in cerca di maggiori tutele.
Superhero fatigue: c'è o non c'è?
Alla base di tutto sta la domanda che agita il sonno di Kevin Feige: il grande pubblico si è stancato dei cinecomic? Per "The Marvels" è stata organizzata una proiezione di prova a giugno, una mossa inaudita da parte di una casa di produzione che solitamente sollecita feedback da una ristretta cerchia di persone. Le reazioni non sono state entusiasmanti, e i risultati al box office non fanno sperare facilmente in una risalita. In qualche modo la strategia deve cambiare, magari sfruttando la ripartenza generale di Hollywood ora che sono finiti gli scioperi di sceneggiatori e attori, che hanno bloccato l'industria per 6 mesi. Una mossa potrebbe essere quella di tagliare il numero di progetti e convogliare budget ridotti su meno cose ma fatte bene come ad esempio "Blade" con Mahershala Ali, slittato al 2025, che sembra costerà "appena" 100 millioni di dollari. Oppure, ma anche questa è solo una voce, tornare ai vecchi fasti radunando tutto l'originario cast di "Avengers". Potrebbe funzionare, o significherebbe solo rimandare una presa di consapevolezza inevitabile e cioè che il pubblico ha smesso di credere nei supereroi, per sostuirlo con cosa però ancora non si sa.
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