“The Band“ di Conti suona il rock "Talent senza premi, solo musica"

Da venerdì su Raiuno il nuovo programma: quattro serate con 18 gruppi in gara

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di Beatrice Bertuccioli

"È un format originale, orgogliosamente italiano". Si tratta, spiega Carlo Conti, di The Band, il suo nuovo programma, da venerdì su Raiuno. Quattro serate dal Teatro Verdi di Montecatini Terme (Pistoia), e forse una quinta in un Palazzetto dello sport da definire. A valutare otto band in gara, una giuria formata da Carlo Verdone, Gianna Nannini e Asia Argento.

Conti, di che si tratta esattamente?

"Si tratta di un talent ma particolare, se non altro perché non si vince assolutamente nulla, se non la soddisfazione di essere eletta la band dell’anno e la gioia di fare musica in un luogo come il Verdi di Montecatini. Il teatro ha trovato per noi uno spazio nella sua programmazione, e quindi registreremo in un mese le quattro serate. Un teatro, il Verdi, che poi ha anche una lunga storia televisiva che parte dalle Serate d’onore di Pippo Baudo fino ai Cavalli di battaglia di Gigi Proietti".

Come nasce l’idea?

"Nasce dalla voglia di proporre e fare musica dal vivo, un desiderio ancora più forte dopo le restrizioni imposte dalla pandemia, e per questo abbiamo preferito un teatro a uno studio televisivo. Qualche tempo fa abbiamo fatto un promo, andato in onda per poco tempo su Raiuno, e abbiamo ricevuto più di duemila iscrizioni. Tra queste, abbiamo selezionate sedici band che, nella prima puntata, sottoporremo ai nostri otto tutor: Giusi Ferreri, Irene Grandi, Dolcenera, Federico Zampaglione, Marco Masini, Francesco Sarcina, Rocco Tanica e Enrico Nigiotti. Ognuno di loro sceglierà una band che poi seguirà nelle puntate successive, mentre le altre otto verranno eliminate. Voteranno anche loro, naturalmente quando non è la propria band a esibirsi, affiancando i nostri supergiudici, Carlo, Gianna e Asia. Credo che sia un dono fatto al pubblico averli in trasmissione e sentire i loro commenti, attenti, veri, talvolta severi ma sempre costruttivi".

Come avete scelto i sedici tra i duemila gruppi musicali che si erano iscritti?

"Abbiamo puntato alla varietà musicale, e quindi tra queste band scelte c’è chi fa il rock, chi il pop, chi il rockabilly. Band tutte al femminile, altre di giovanissimi, altre di gente più matura, da città e regioni diverse".

Più orgoglioso o preoccupato nel presentare un format originale?

"In questa fase della stagione mi piace sperimentare, come abbiamo fatto in passato con Ora o mai più o con Top dieci, progetti che poi possono andare più o meno bene ma almeno cercano di proporre qualcosa di originale. Non mi preoccupo più tanto di fare ascolti quanto di fare un qualcosa che diverta il pubblico e metta insieme tutta la famiglia. Sfida diventata più difficile rispetto al passato perché ora non si accetta più passivamente quello che capita ma ognuno si fa il suo palinsesto".

Ci sarà anche una quinta serata in un Palazzetto dello Sport, il 20 maggio?

"Ci stiamo lavorando. Mi farebbe piacere che si svolgesse al Mandela Forum di Firenze, dove tantissimi toscani hanno ricevuto il vaccino. Sarebbe bello farla lì e invitare tutto il personale sanitario che vi ha lavorato, per ringraziarlo per quanto ha fatto".