Si può misurare la creatività? Ecco il test: basta scegliere 10 parole

Bisogna inserire parole il più possibile lontane fra di loro: in 4 minuti rivela l'abilità del "pensiero divergente"

Il test facile e veloce per capire quanto siete creativi

Il test facile e veloce per capire quanto siete creativi

È possibile misurare una facoltà così complessa e poliedrica come la creatività? Un team di ricercatori ha messo a punto un test capace, a loro dire, di quantificarne almeno una particolare sfaccettatura in modo semplice, veloce, elegante e oggettivo. Funziona così: con quattro minuti di tempo a disposizione, bisogna indicare dieci parole "scollegate" fra di loro, ossia che siano il più possibile lontane una dall'altra in termini di significato. L'algoritmo misura quindi questa distanza semantica fra le parole, ottenendo una misurazione della creatività. Per esempio: "cane" e "gatto" sono sostantivi vicini di senso e hanno fra di loro una distanza minore rispetto a "cane" e "libro". Potete cimentarvi qui con il test, con l'avvertenza che è disponibile solo in inglese e risulterà limitante per chi non ha dimestichezza con la lingua e può contare solo su un vocabolario inevitabilmente ridotto. Elaborato da studiosi delle università McGill, di Harvard e di Melbourne, il quiz si chiama Divergent Association Task (DAT) e analizza un processo specifico della creatività: il pensiero divergente, "l'abilità di generare soluzioni differenti a un problema aperto", che non prevede un'unica soluzione corretta. I ricercatori lo hanno sperimentato su 8500 volontari di 98 nazionalità diverse, rilevando che le varianti demografiche e culturali influivano in modo minimo sugli esiti, segno che il DAT può essere utilizzato con coerenza ed efficacia indipendentemente dal background delle persone. "Il nostro test misura solo una piccola parte di un tipo di creatività", dice Jay Olson, uno degli autori della ricerca; "Ma questi risultati permettono di effettuare valutazioni sulla creatività in campioni di soggetti più vari e numerosi, con meno margine di errore e di interpretazione, il che alla fine ci aiuterà a comprendere meglio questa fondamentale capacità umana". Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.

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