di Lorenzo Guadagnucci I regimi autoritari, si sa, non hanno il senso dell’umorismo. Perciò l’idea che balzò in testa alla giovane Marcella all’indomani della Maturità, cioè inviare una cartolina provocatoria al vecchio professore di chimica, un uomo goffo e tronfio che nella temperie fascista aveva costruito il proprio ego, si risolse in un grosso guaio. Addirittura un processo per oltraggio all’autorità. La cartolina raffigurava il penitenziario di Portolongone (oggi Porto Azzurro) all’isola d’Elba, e la neodiplomata pensò bene di cerchiare una cella da ergastolano e scrivere al prof: "Riservato per Voi", con il maiuscolo e il voi a ulteriore beffa. Potremmo dire: una goliardata, un colpo di maglio di una ragazza esuberante. Peccato che l’altro, oltre che docente, fosse anche ufficiale della Milizia, una camicia nera a tutto tondo, e che avesse preteso dagli studenti d’essere chiamato Signor Professore, e non semplicemente Professore come gli altri colleghi, con la seguente argomentazione: "Io ho la serva e vado in villeggiatura". Non era un uomo pronto allo scherzo, il Signor Professor Fedi, e infatti citò in giudizio la studentessa. Il processo, per la cronaca, finì con una “esemplare“ condanna in primo grado, al termine di udienze che suscitarono un certo clamore – un docente che denuncia un’allieva! – e furono seguite di persona da studenti e genitori, e una più ragionevole assoluzione in appello quando il calore della cronaca si era ormai assopito. Tutto ciò è raccontato dalla stessa Marcella in un gustoso e a suo modo importante libretto uscito la prima volta nel ’54 (per le Edizioni Avanti!) e subito premiato con il Bagutta opera prima: Terza liceo 1939 riappare ora in libreria, dopo le vecchie riedizioni con Vallecchi e Sellerio, con un nuovo, specialissimo editore; per l’autrice, scomparsa nel 2001, è anche un ideale ritorno a casa. Sì, perché stiamo parlando di Marcella ...
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