Tenet: Christopher Nolan attacca le major hollywoodiane

Il regista è entusiasta degli incassi al botteghino del suo film e critica coloro che stanno facendo pagare la pandemia di Coronavirus solo agli esercenti

Una scena di 'Tenet' - Foto: Warner Bros.

Una scena di 'Tenet' - Foto: Warner Bros.

Anche grazie alle insistenze del regista e sceneggiatore Christopher Nolan, 'Tenet' è stato il primo blockbuster a uscire nelle sale cinematografiche durante la pandemia di Coronavirus. Le sue prestazioni al botteghino sono state marcate strette da produttori e distributori statunitensi per verificare se fosse possibile sperare in incassi dignitosi, nonostante alcune sale potessero essere chiuse, altre a regime ridotto, altre magari aperte senza problemi, a seconda di quel che succedeva nel mondo. Quel che è successo lo sappiamo: dopo una manciata di settimane nessuno si è fidato e tutte le uscite importanti sono slittate di mesi, talvolta di un anno o poco più. Ma in una lunga intervista concessa al Los Angeles Times, Nolan si è detto entusiasta del box office e ha attaccato coloro che, rimandando le uscite dei film ad alto budget, stanno scaricando sugli esercenti tutte le perdite causate dalla pandemia. Partiamo dai numeri: se guardiamo i soldi ricavati dai biglietti venduti nei cinema mondiali, scopriamo che 'Tenet' ha fatto segnare una cifra poco sotto i 350 milioni. Secondo un calcolo considerato attendibile, erano necessari 450-500 milioni per iniziare a guadagnare denaro, cioè dopo avere coperto tutti i costi sostenuti: quelli di produzione, distribuzione e promozione (è la cifra che negli Stati Uniti chiamano break even). Se guardiamo la situazione da questa prospettiva, allora suona quanto meno bizzarro che Christopher Nolan abbia detto "sono entusiasta per i quasi 350 milioni di dollari ottenuti al botteghino". Dobbiamo però considerare che un film continua a incassare anche dopo il passaggio in sala, per esempio con la vendita dei diritti televisivi, l'uscita in DVD e Blu-ray e anche con il merchandising. Nel caso di alcune pellicole, vedi ad esempio i film di supereroi, i cosiddetti mercati secondari incidono per una percentuale significativa, anche superiore al 50% dei guadagni complessivi. Si spiega in questo modo l'entusiasmo di Nolan e anche ciò che dice subito dopo: "Ciò che mi preoccupa è che gli Studios stanno traendo conclusioni sbagliate dalla nostra performance nelle sale. Piuttosto che guardare dove il film ha funzionato e come ha fornito loro le entrate di cui avevano decisamente bisogno, stanno prendendo in considerazione dove 'Tenet' non ha soddisfatto le aspettative pre-COVID e stanno utilizzando questo fatto come scusa per scaricare sugli esercenti tutte le perdite causate della pandemia". In questo modo "si stanno rifiutando di adattarsi alla situazione e rimodulare il loro modello di business. Se guardiamo al lungo periodo, andare al cinema fa parte della vita stessa, come andare al ristorante e tutto il resto. Ma in questo particolare momento dobbiamo adattarci tutti a una nuova realtà". Insomma, ciò che poche righe fa poteva risultare bizzarro (l'entusiasmo per incassi minori al break even), non lo è più così tanto se appunto guardiamo le cose in prospettiva (i film continuano a produrre denaro anche dopo il passaggio nei cinema) e se teniamo conto che non sembra del tutto infondata l'accusa che le major stiano scaricando le perdite sugli esercenti.

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