Giovedì 25 Aprile 2024

Telescopio Webb vede due galassie all'alba del cosmo. "Osservazioni rivoluzionarie"

Sono tra le primissime dell'universo primordiale e si tratta di scoperta sensazionale. Santini (ricercatrice Inaf): "Si è aperto un nuovo capitolo dell'astronomia"

Roma, 17 novembre 2022 - L'alba del cosmo: il nuovo telescopio James Webb (Jwst) - il telescopio spaziale più grande e potente mai costruito - ha immortalato due galassie tra le primissime dell'universo primordiale, tra 350 e 450 milioni di anni dopo il Big Bang. Una scoperta sensazionale, confermata anche dallo studio di un team internazionale guidato dall'Italia, con l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). I risultati sono stati pubblicati su The Astrophysical Journal Letters.

Le due galassie, tra le più antiche mai osservate finora, sono state individuate grazie alle osservazioni del lontanissimo ammasso di galassie Abell 2744 e di due regioni del cielo ad esso adiacenti, realizzate dal potente telescopio spaziale tra il 28 e il 29 giugno 2022 nell'ambito del progetto Glass-Jwst Early Release Science Program. "C'era molta curiosità nel vedere finalmente cosa Jwst poteva dirci sull'alba cosmica, oltre naturalmente al desiderio e all'ambizione di essere i primi a mostrare alla comunità scientifica i risultati ottenuti dalla nostra survey Glass", afferma Marco Castellano, ricercatore Inaf a Roma e primo autore dell'articolo. "Non è stato facile analizzare dei dati così nuovi in breve tempo: la collaborazione ha lavorato 7 giorni su 7 e in pratica 24 ore su 24 anche grazie al fatto di avere una partecipazione che copre tutti i fusi orari".

L'alba del cosmo (Ansa)
L'alba del cosmo (Ansa)

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"Queste osservazioni sono rivoluzionarie: si è aperto un nuovo capitolo dell'astronomia", commenta Paola Santini, ricercatrice Inaf a Roma e coautrice del nuovo articolo. "Già dopo i primissimi giorni dall'inizio della raccolta dati, Jwst ha mostrato di essere in grado di svelare sorgenti astrofisiche in epoche ancora inesplorate".

Il telescopio James Webb è stato lanciato lo scorso Natale, dalle agenzie spaziali di Stati Uniti (Nasa), Europa (Esa) e Canada (Csa). Alla collaborazione internazionale hanno partecipato anche ricercatori dello Space Science Data Center dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), dell'Università di Ferrara e della Statale di Milano.

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