Martedì 16 Aprile 2024

Tele-opera alla Scala. "E questo è solo l’inizio"

Livermore regista del Macbeth respinge le contestazioni: "Anche Verdi avrebbe utilizzato la tecnologia. Il teatro cambia, è fatto dai vivi per i vivi"

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Luca Salsi nel “Macbeth“ con la regia di David Livermore che ha aperto la Scala.

di Nicola Palma

Una megalopoli animata da auto e grattacieli al posto di un Medioevo tutto "spadoni e torri". L’omaggio agli ultimi trent’anni della moda italiana a soppiantare i costumi d’epoca. E poi l’uso massiccio di maxischermi, realtà aumentata e software da videogame. All’indomani dei 12 minuti di applausi per il Macbeth ultramoderno della Scala, il regista Davide Livermore rivendica le sue scelte, a dispetto dei "buu" piovuti dal loggione all’uscita in proscenio. La tecnologia in teatro serve per raccontare storie, il ragionamento, "e in futuro sarà sempre più difficile farne a meno". E le contestazioni? "Sono alla quarta inaugurazione di fila – premette il direttore del Nazionale di Genova, che tra 2018 e 2020 aveva già firmato Attila, Tosca e A riveder le stelle –. Non le ha fatte neanche Strehler, e la quarta di seguito turba qualcuno. Avrei potuto ricostruire il Macbeth nel 1847 e avrebbero contestato".

Detto che la serie non avrà una quinta puntata (per il 2022 si vocifera di Bohème), almeno "non consecutiva", Livermore parla ancora una volta di "scelta voluta" per far capire al pubblico quanto attuale sia il racconto del potere che si fa distruttivo, dalla brughiera scozzese ai Cda "che chiudono aziende lasciando a casa migliaia di lavoratori". E ancora: "Faccio spettacoli in base alla partitura. Puccini non lo sposto perché non vuole, ma con Verdi è diverso. Tradire Verdi sarebbe stato non scuotere". A chi gli contesta di aver realizzato uno spettacolo che strizza l’occhio più al pubblico televisivo che agli spettatori in platea, il regista replica che "è stato pensato per il teatro", ma che allo stesso tempo alcuni effetti riservati esclusivamente all’audience di Raiuno erano necessari "per far godere da casa cose che in sala non si potevano vedere". Del resto, "Verdi avrebbe sfruttato la tecnologia – è sicuro Livermore –. Il teatro cambia, è fatto dai vivi per i vivi", col rischio calcolato di far "arrabbiare" il melomane che si ritrova "fuori dalla sua comfort zone".

Forte dei complimenti all’intervallo del Capo dello Stato Sergio Mattarella ("Ha sottolineato l’importanza di parlare in maniera così forte ai contemporanei, e questo mi ha fatto piacere"), il regista non arretra di un centimetro: "Questo è un cammino che ho iniziato da anni e in cui c’è molto da fare. Questo è solo l’inizio". "Se uno vuole scene dipinte e i cantanti fermi, allora ascolti il disco – gli fa eco Luca Salsi, salutato da un’ovazione per il suo Macbeth –. Ma adesso siamo nel 2021: abbiamo a disposizione una tecnologia incredibile, perché non dobbiamo usarla?". Per il baritono, che elogia Anna Netrebko come "il soprano migliore al mondo" e interprete di "una Lady Macbeth straordinaria" , il linguaggio deve andare al passo con i tempi: "Oggi ci sono tanti stimoli, serie tv, internet, e cinema: c’è bisogno che il pubblico si emozioni con noi, e per farlo dobbiamo essere interpreti".

Quindi, la sintesi di Salsi, bisogna difendere "il lavoro pazzesco fatto dietro, dal 25 ottobre, il lavoro di una marea di gente: un conto è se piace o no, un altro dissentire insultando". Prossimo banco di prova domani con la seconda recita, tradizionalmente più temuta del 7 dicembre. Intanto, però, il sovrintendente Dominique Meyer si gode sia i numeri del botteghino sia quelli della tv. Sul primo fronte, il Piermarini ha incassato 2,33 milioni di euro, cifra sì inferiore ai 2,55 milioni della Tosca pre-Covid del 2019 ma comunque importante in un momento di consolidamento della ripresa delle attività. Per quanto riguarda il piccolo schermo, il dato totalizzato nelle tre ore e mezza di opera verdiana (2 milioni e 64mila persone, 10,5% di share nella fascia precedente a quella del prime time sulla rete ammiraglia della Rai) si inserisce in classifica dietro i 2,85 milioni della più popolare Tosca e davanti ai quasi 2 milioni dell’Attila 2018. "È stata una grande pagina di servizio pubblico nel segno della cultura e della speranza", il commento dell’ad della tv pubblica (ed ex numero del Teatro dell’Opera di Roma) Carlo Fuortes.

Ultima nota per i social: martedì gli hashtag #PrimaScala e #Macbeth sono stati stabilmente secondo e terzo tra i trend di Twitter, mentre la pagina Facebook del teatro ha superato il milione di contatti nell’ultima settimana.

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